“Siamo molto preoccupati perché il governo non sta facendo alcunché per fare in modo che la clausola che tutti insieme come Italia abbiamo approvato sul 30 per cento di occupazione femminile e giovanile generata dal Pnrr sia rispettata. La risposta del governo oggi nell’Aula del Senato a un’interrogazione del gruppo del Pd a mia prima firma è stata burocratica, ha spiegato che sono state emanate le linee guida e quali sono le procedure che le imprese devono espletare. Ma noi volevano sottolineare il senso della posta in gioco per questo Paese rispetto agli obiettivi del Pnrr: superare il divario enorme che l’Italia sconta rispetto a quasi tutti gli altri paesi Ue in termini occupazione femminile e giovanile, un divario intollerabile per un paese del G7, seconda manifattura d’Europa. Il tema è se la clausola approvata perché il Pnrr agisse lungo su tre trasversalità per superare i divari, donne, giovani, Mezzogiorno, viene effettivamente applicata. Noi sappiamo che nel 69 per cento degli appalti non lo è. Cosa intende fare l’Esecutivo?”. Lo dice la senatrice Cecilia D’Elia, portavoce della Conferenza nazionale delle Democratiche.
“L’Italia – prosegue D’Elia – si era data l’obiettivo del 60% di occupazione femminile con Lisbona 13 anni fa. Oggi siamo al 51,1%, al Sud al 34,4 e siamo ultimi nella fascia cruciale 25-49 anni. Non è possibile non aggredire questo problema come priorità assoluta e per questo non l’abbiamo affidata solo alla clausola dei nuovi posti, ma anche agli investimenti sui nidi, sui servizi, sulle infrastrutture e sul rafforzamento della presenza delle donne nei settori Stem. Sappiamo che il Pnrr investe su settori in cui è più forte la presenza di lavoro maschile, è proprio per questo che è stata approvata la clausola. Il governo deve dirci cosa intende concretamente fare, a parte le Linee guida e le procedure, perché le imprese assumano donne e non si cada solo nel rischio del pink-washing. Anche nel Codice degli appalti a questo punto grazie al Pd le regole ci sono, ma esistono le autocertificazioni, i subappalti, gli affidamenti diretti”.