“Il ministro dell’Istruzione e del merito ha ritenuto di dover ricordare alle scuole con una circolare che nelle comunicazioni ufficiali è ‘imprescindibile il rispetto delle regole della lingua italiana’, quindi niente asterischi o schwa.
Una circolare per una nuova campagna contro un fantomatico nemico, la confusione nella lingua.
Invece di preoccuparsi degli asterischi sarebbe stato più serio da parte sua affrontare i nodi veri e accogliere le richieste che vengono dal mondo della scuola, dagli studenti e dalle famiglie. Ad esempio dando seguito alle richieste di educazione affettiva nelle scuole. L’unica confusione è quella creata da chi non vuole aiutare la scuola a sostenere i percorsi di crescita delle ragazze e dei ragazzi che si interrogano sulle relazioni, la sessualità, la propria identità.
Ma è più facile inseguire fantasmi e chiudere ogni discussione appellandosi alle regole della grammatica”. Lo dice la senatrice Cecilia D’Elia, capogruppo Pd in commissione scuola cultura e istruzione pubblica.