“Il riordino e la ridenominazione di ben 5 ministeri operata dalla Destra sono stati strenuamente difesi bocciando tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni e assumono quindi il profilo di proposte identitarie. In particolare il ministero dell’Istruzione è diventato dell’Istruzione e del merito. Merito è una parola che ci piace, viene usata tre volte nella Costituzione, in un equilibrio e in una tensione che tengono insieme l’uguaglianza e l’inclusività con il riconoscimento delle singolarità e delle competenze di ognuno. La destra ha invece isolato il termine merito, rompendo questo equilibrio e scegliendo la scuola della selezione, in un Paese con grandissime disuguaglianze, in cui si laurea solo il 12% di chi ha i genitori con la licenza media, contro il 75% di  chi ha genitori laureati”. Lo ha detto in Aula la senatrice Cecilia D’Elia, capogruppo del Pd nella Commissione Istruzione. “L’Italia – ha proseguito D’Elia – è terzultima in Europa per dispersione scolastica, peggio fanno solo Romania e Spagna, con differenze territoriali molto nette tra Nord e Sud. Noi siamo preoccupati di questa idea competitiva della scuola, perché questo governo nella manovra di bilancio prevede un dimensionamento che taglierà le scuole nel Mezzogiorno. Per la destra ‘tutti’ significa livellare verso il basso, per il Pd ‘tutti’ significa una scuola più forte. Noi – ha concluso D’Elia – ci opporremo alla legittimazione etica della disuguaglianza”.  


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