Quella dei minori in carcere è una vergogna italiana, che abbiamo denunciato per anni e che solo dopo il Covid abbiamo visto diminuire.
Ma ora dal governo, con il DdL sicurezza troviamo un ritorno al passato, facendo peggio perfino del codice Rocco: fra le varie misure repressive, infatti, c’è la non obbligatorietà del rinvio della pena per le donne incinte e per le madri di bambini fino a un anno di età.” A dichiararlo è la senatrice Pd, Cecilia D’Elia, intervenendo alla conferenza stampa in Senato “Ogni bambina e ogni bambino ha il diritto di nascere in liberta’”
“Con il ddl il rinvio non solo diventa facoltativo- spiega D’Elia- con tutti i problemi inevitabilmente legati anche alle tempistiche per ottenerlo, ma può essere rifiutato laddove si ritenga che la donna possa commettere ulteriori reati.
Siamo di fronte ad una violazione dei principi costituzionali, nonché di quelli sanciti dalle convenzioni internazionali, che mettono sempre al centro l’interesse supremo del minore.
In questi anni gli appelli si sono moltiplicati, personalmente ne ho sottoscritti e ho fatto visita nelle carceri per conoscere di persona bambini e bambine con le loro mamme.
Una realtà dolorosissima, che abbiamo sempre denunciato: il carcere non è un luogo sano, dove la relazione madre bambino possa essere serena, tantomeno può essere il luogo ove una donna possa portare avanti in condizioni di sicurezza e dignità la propria gravidanza e, infine, partorire. E neppure possono essere soluzioni congrue gli ICAM, istituti a custodia attenuata, che sono pur sempre strutture carcerarie, né l’ipotesi di separare i neonati e le neonate dalle proprie madri.
Serve prendere consapevolezza che questa realtà è ancora in essere e porvi con forza fine, finanziando le case-famiglia, soluzione accettabile ma purtroppo ancora poco sostenuta e promossa.
Bisogna aver visto, diceva Calamandrei parlando delle carceri.
A noi il compito di trovare una soluzione di civiltà e di dignità.” ha concluso la senatrice.