“Non si sconfigge la violenza cancellando la questione di genere. Per prevenire la violenza maschile contro le donne serve sconfiggere la cultura che la produce, anche attraverso progetti scolastici di educazione all’affettività. Quello che il ministro dell’istruzione e il governo sembrano non capire è che non si può parlare genericamente di violenza, bullismo e di rispetto mettendo tra parentesi la differenza sessuale e la questione di genere. Un progetto contro il bullismo coordinato da chicchessia non risponde alla domanda di cambiamento e di superamento del dominio maschile che ancora segna le relazioni tra uomini e donne, la difficoltà degli uomini di convivere con la libertà delle donne”. Lo scrive sui social la senatrice del Pd Cecilia D’Elia, vicepresidente della commissione bicamerale sul femminicidio. “Del resto – prosegue D’Elia – Valditara ha cancellato dalle linee guida sull’educazione civica la prevenzione della violenza di genere, come ha sottolineato in un parere critico il Consiglio superiore dell’istruzione. Del resto anche su Caivano questo governo ha finito per parlare genericamente di devianza minorile causata da ambienti degradati, rimuovendo che si trattava di uno stupro di gruppo reiterato. Non produrremo nessun cambiamento culturale rimuovendo il genere. Vogliamo l’educazione all’affettività, progetti promossi con le donne che lavorano nei centri antiviolenza. Un anno fa in Senato avevamo votato un ordine del giorno unitario che impegnava il Parlamento a discutere entro gennaio 2024 i progetti di legge presentati. Cosa aspetta la maggioranza a far partire questa discussione?”
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