“È la terza legge di bilancio del governo Meloni e la conferma della completa assenza di visione e prospettiva per il paese.
Non solo il governo impedisce di discutere la legge più importante per il paese, depauperando la funzione costituzionale del parlamento, ma si presenta con un testo mediocre, fatto solo di tagli nei settori più strategici del paese, a partire dalla sanità, scuola, trasferimenti agli enti locali e dunque ai servizi ai cittadini. 7.800 posti cancellati tra docenti e personale amministrativo della scuola, tagli alla cultura, università e ricerca- per quest’ultima le opposizioni hanno ottenuto solo un parziale intervento per i ricercatori CNR – precarizzazione in ogni ambito del mondo del lavoro.
Con l’83% dei contratti di lavoro precario, l’occupazione femminile che sfiora appena il 50%, e i salari tra i più bassi d’Europa, il Governo ha deciso di rifiutare ogni confronto e ogni proposta delle opposizioni.
Questa è una manovra miope, che acuisce le diseguaglianze sociali e la distanza tra nord e sud.
È una manovra preoccupata di mantenere il precario equilibrio tra le forze politiche che compongono la maggioranza, basti vedere i 2 miliardi per il ponte sullo stretto voluto da Salvini, ma che non dà alcuna risposta alle sofferenze sociali.
Abbiamo un’idea completamente diversa del paese e del suo futuro. Su questa continuiamo ad impegnarci per costruire l’alternativa a questa destra che fa solo propaganda e a cui i cittadini non credono più”.
A dichiararlo è Cecilia D’Elia senatrice Pd e capogruppo in commissione settima a margine della discussione e del voto della manovra economica.