Il governo ha risposto in modo inadeguato all’interrogazione a mia prima firma sulle condizioni di Casal del Marmo, istituto penitenziario minorile, in seguito a una visita ispettiva condotta con il colleghi Sensi e Casu.
Nonostante le rassicurazioni sul personale aggiunto e sull’attenzione dell’esecutivo alle condizioni delle carceri italiane, nessuna vera strategia è in campo per far fronte ad una situazione esplosiva in tutto il paese, che coinvolge anche gli istituti per minori: sovraffollamento e negazione dei più elementari diritti dei detenuti, numero dei suicidi più alto di sempre.
La sconfitta è che per la prima volta il sovraffollamento riguarda anche la carcerazione minorile.
In particolare a Casal del Marmo non solo il numero di ragazzi in carcere è circa di 70 a fronte di una capienza di 56, ma l’organizzazione della struttura e la carenza di personale impediscono loro di frequentare la scuola e di svolgere qualsivoglia attività volta al reinserimento sociale. Proprio sulla scuola, Casal del Marmo rischia di perdere addirittura un finanziamento predisposto da Roma Capitale, perché non è in grado di adempiere ai compiti amministrativi previsti.
La responsabilità di una situazione così generalizzata è da attribuire alle politiche messe in campo in questi anni dal governo, che, dal decreto Cutro al decreto Caivano, non ha fatto altro che moltiplicare i motivi per i quali finiscono in carcere minori, spesso anche in condizioni di estrema fragilità sociale ed economica. La soluzione non può essere esclusivamente quella di costruire nuove strutture, ma servono soluzioni che svuotino le strutture per dare opportunità e riscatto.
Mentre il governo continua a perseguire politiche securitarie anche nei confronti dei più giovani.
A dichiararlo in una nota è Cecilia D’Elia, senatrice Pd che ha replicato in aula alla risposta del sottosegretario alla cultura on. Mazzi all’interrogazione su Casal del Marmo