“Per il candidato alla presidenza della Regione Liguria Marco Bucci il tema della denatalità in Italia si risolve candidando chi ha figli e figlie da presentare come biglietto da visita.
Un semplificazione offensiva che criminalizza chi i figli non ha potuto o non ha voluto averli e una ricetta puerile per affrontare una questione complessa.
Dire, come ha fatto lui, che vorrebbe che tutti avessero fatto figli è un modo di fare giudicante delle altrui scelte, sprezzante nei confronti di chi non riesce ad averli. Davvero parole ingiuste e infelici. La politica dovrebbe rispettare le libere scelte delle persone, a cominciare da quella di avere o meno figli e consentire a chi desidera di diventare genitore, madre o padre, di poterlo fare senza rinunciare al lavoro, trovando servizi e città che lo sostengono e condivisione del lavoro di cura tra uomini e donne. Per esempio aumentando il congedo di paternità che grazie ad Orlando ministro del lavoro è diventato strutturale, ma che vogliamo arrivi a cinque mesi, paritario, come per le madri.
La verità che la destra non vuole accettare è che la genitorialità è una scelta, che si può anche non fare, e come tale va valorizzata. Continua invece a manifestare la sua idea di società che sulle donne ha un segno regressivo e stereotipato. Non ci serve uno stato etico, ci servono più welfare e più condivisione del lavoro di cura. Prendere esempio dai paesi dove queste politiche sono state avanzate: dove le donne lavorano di più e ci sono servizi, si fanno anche più figli”. A dichiararlo è Cecilia D’Elia senatrice Pd