“Quella di oggi è una giornata che resterà nella storia dei diritti civili nel nostro Paese. Abbiamo da pochi giorni festeggiato i 50 anni del nuovo diritto di famiglia e un altro tassello si aggiunge nel riconoscimento delle famiglie: con la sua pronuncia, la Corte Costituzionale afferma con chiarezza che se due donne decidono di aver un figlio ricorrendo alla procreazione medicalmente assistita all’estero, anche la madre intenzionale ha il diritto di essere riconosciuta come genitore sin dalla nascita del proprio figlio o figlia anche in Italia. È una decisione che ridà piena dignità a tante famiglie che finora hanno vissuto in una condizione di incertezza e disuguaglianza, che con la crociata lanciata da questo governo contro di loro si sono visti togliere il riconoscimento delle relazioni genitoriali. A questo proposito un plauso va a quei sindaci che nonostante questo hanno continuato a trascrivere gli atti di nascita”. Lo dichiara la senatrice del Partito Democratico Cecilia D’Elia, commentando la sentenza della Consulta.
“Si tratta – aggiunge D’Elia – di un passo fondamentale verso il riconoscimento dei legami affettivi e familiari che esistono nella realtà e che le istituzioni hanno troppo a lungo ignorato. La Corte restituisce centralità al principio dell’uguaglianza e del superiore interesse dei minori. La politica ha il dovere di raccogliere questo segnale con responsabilità. È tempo che anche il Parlamento riconosca pienamente le famiglie omogenitoriali e i diritti dei bambini e delle bambine, mettendo al centro il loro benessere, la loro identità e la loro sicurezza giuridica, si sicura o le proposte di legge depositate. Ringrazio la Rete Lenford per il lavoro portato avanti. La sentenza di oggi – conclude D’Elia – è un richiamo forte e chiaro a costruire un Paese che non lasci nessuna famiglia indietro”.