Basta piangersi addosso, ora parliamo al Paese. Non esiste alcun logoramento della leader, Schlein ascolti chi non le chiede nulla». Graziano Delrio ha le idee chiare su alcuni punti e uno di questi è la postura che dovrebbe avere il suo partito, che «deve avere un profilo di governo e non di minoranza o minoritario». L`ex ministro dei Trasporti, esclude del tutto una scissione dei cattolici e riformisti ma dà alla segretaria alcuni consigli. E da uomo pragmatico, individua un asse portante che potrebbe unire le opposizioni nei prossimi mesi, quello di «un europeismo radicale, su clima, innovazione e immigrazione» per presentarsi al voto per Bruxelles come una possibile alternativa a queste destre su valori e principi alti.
Perché le opposizioni non si uniscono intanto sul gigantesco tema del Pnrr con qualche iniziativa comune?
«Beh, questo è uno degli argomenti su cui tutti dobbiamo mobilitarci: far capire alla gente che si dovrà fare a meno degli ospedali di comunità se si rinuncia a tutti i fondi disponibili. La difesa della sanità pubblica è il tema sul quale contiamo di avere una mobilitazione comune con Calenda e coni 5 stelle».
Cosa dovrebbe fare il Pd per essere più incisivo?
«Non solo proclamare che siamo contro le disuguaglianze ma dire al Paese come intendiamo combattere la povertà e il precariato. Questo deve essere il grande sforzo di un partito di massa, non denunciare, ma costruire il futuro».
Schlein non lo fa?
«Guardi, diamole tempo, dobbiamo tutti tifare per lei. E non tifare perché se ne vadano quelli che son diversi da noi. Se qualcuno tifa affinché chi ha sensibilità diverse se ne vada, questo sarebbe un problema».
Ma c`è uno stillicidio di uscite dal partito. Lei ha mai sentito l`impulso di mollare?
«No, il Pd è casa mia. Quelle scelte di andarsene, che rispetto, le ritengo sbagliate. Da dieci anni ho sempre combattuto chi divideva, credo che un grande partito ha possibilità di incidere solo rimanendo uniti. Io mi sono opposto alla divisione di Bersani, un grande errore, a quella di Renzi, altro grande errore. E mi opporrò sempre».
E riusciranno a convivere due linee così diverse?
«I grandi partiti democratici o laburisti possono avere dei leader che incarnano a volte un`anima più di sinistra, a volte un`altra più riformista. Ma la cosa che ci contraddistingue è che un leader nel Pd non è mai padrone. Il Pd deve continuare ad incarnare una proposta credibile di alternativa di governo, non essere un partito di minoranza e minoritario».
Gli italiani non vedono alternative a questa destra, anche la strada di azioni comuni nelle aule non decolla. Perché?

«Certamente un tavolo di azione comune su certi argomenti è necessario: sanità, Pnrr, e salario minimo, per far capire che c`è un`opposizione a questo governo che riduce i diritti, come si vede dallo studio dell`ufficio parlamentare di bilancio su quante famiglie povere vengano private di sostegno dalle misure appena varate. Ma di quali altri argomenti hanno bisogno le opposizioni se non di unirsi per difendere i più deboli della società? Il reddito di cittadinanza viene sostituito con misure che riducono moltissimo le risorse. Nelle aule parlamentari si fanno passi avanti nel segno dell`unità delle opposizioni, ma nei partiti si fanno forse troppi calcoli politicisti. E anche alle europee, se non fossimo in grado di offrire una proposta credibile di alternativa alla destra, gli elettori ci prenderanno meno in considerazione».
Quale errore non va fatto dal Pd in questa fase?
«Rinunciare a costruire alleanze nel Paese su temi concreti. Mentre il governo giustifica chi non paga le tasse, noi dobbiamo studiare con sindacato ed imprese una riduzione strutturale delle tasse sul lavoro per esempio».
Che sbagli ha invece fatto fin qui la segretaria?
«Alcuni sono marginali, come non avere immediatamente puntualizzato subito dopo la manifestazione dei 5stelle, che si dissociava totalmente da certe parole, sia quelle sulla guerra, sia quelle di Grillo. Lo ha precisato, ma dopo. Errori veniali. Considero invece tema urgente quello di avere un`agenda del Pd e delle opposizioni, convocando le energie migliori del Paese. Dobbiamo parlare a chi tutte le mattine si alza e fa fatica. Per questa gente, perdere i fondi del Pnrr per i nidi è una cosa grave».
Lei darà vita con Bonaccini ad un`area dei riformisti?
«Sì, sono tra quelli che hanno spinto Stefano a strutturare un`area che diventi un luogo di confronto e non una corrente. Più che di correnti abbiamo bisogno di sorgenti di pensiero a disposizione della segretaria. Io credo che l`opposizione sia una grande occasione per preparare grandi progetti di riforma che facciano sognare il Paese».
Quindi non è un modo per logorare la leader, ma per aiutarla?
«Credo si stia esagerando con questa storia di un logoramento del leader. Non esiste, anche perché colui che ha perso il congresso con il 47 per cento si è messo a disposizione del segretario, cosa mai successa prima. Dunque ripeto: basta piangersi addosso, parliamo al Paese, ci sono tutte le condizioni per andare avanti, nella chiarezza e nel rispetto delle posizioni»


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