“Abbiamo presentato una pregiudiziale di costituzionalità sul decreto Italia-Albania perché siamo convinti che la legge debba garantire uguali diritti, doveri e garanzie a tutti i cittadini, indipendentemente dal colore della pelle, dalla razza, dalla provenienza. E’ questo il fondamento che rende l’Europa agli occhi del mondo la culla del diritto. Questo provvedimento non lo fa”. Lo ha detto in Aula il senatore del Pd Graziano Delrio, presidente del Comitato Schengen. “Perché questo provvedimento, quale necessità e urgenza hanno spinto il governo a emanarlo? – si è chiesto il senatore Delrio – Ogni legge è ispirata da una visione e ha una funzione pedagogica. Questa legge dice al popolo italiano che noi non possiamo più sopportare tutti questi migranti che sbarcano sulle nostre coste e insieme dà un messaggio di impotenza, chiarisce che non siamo in grado di gestire i flussi migratori. E allora ci rivolgiamo all’Albania, che ospiterà 3000 persone in tutto, quando il flusso di quest’anno è stato di 150 mila persone. E non si tratta della revisione del trattato di Dublino, di condividere le procedure di accoglienza, perché l’Albania non fa parte dell’Ue e non è affatto una zona di frontiera o di transito o un paese di confine. Si tratterà di deportazioni collettive, compiute sulla base di una discriminazione giuridica, perché è evidente che il migrante portato in Albania non avrà gli stessi diritti dello straniero sbarcato in Italia. Non solo: le normative internazionali prevedono che un migrante non può essere trattenuto se chiede protezione internazionale, è quindi chiaro che il primo ricorso lo perderete. Una legge è tale se riconosce e rispetta la dignità umana, e questa legge non lo fa”.