Senatore Graziano Delrio (Pd), tre volte ministro, nove figli: cinque femmine e quattro maschi. Come giudica l`azione «shock» promessa da Giorgetti sulla natalità?
«Una Tavoletta, niente di concreto. Il governo parla per atti, lo dico da ex ministro. Nel Def, che è l`atto principe in cui l`esecutivo dice quello che vuole fare, non c`è niente di questa roba. Dunque è fumo negli occhi alle famiglie, che hanno avuto come unico vero beneficio l`assegno unico promosso dal Pd, che va potenziato. E poi la legge 0-6 per i nidi, che prevede che il sistema sia nazionale e al fianco dei comuni».
La maxi-detrazione del governo costerebbe 88 miliardi, calcola Izi. È sostenibile?
«Ma no, assolutamente. Per questo dico che è il Def che doveva parlare. E’ pura propaganda. Poi nel caso vogliano parlare per atti, come opposizione ci siamo. Va potenziato il welfare, perché è condannato alla povertà un Paese che non fa più figli».
È condannato alla «sostituzione etnica», come dice il ministro Lollobrigida?
«È un`assurdità mettere in competizione gli immigrati con gli italiani che non fanno figli. Una castroneria ridicola, come quella di La Russa sulla Costituzione “non antifascista”. Denota un segno di incubazione fascista in questo Paese, come diceva Dossetti. Questa incubazione nasce con le parole. Come fa Meloni a non pronunciare mai la parola antifascismo? Può anche dirla insieme all`anticomunismo, ma la dica».
Per incentivare le famiglie a fare figli non servirebbe un intervento sui salari, che oggi crescono meno della media Ue e meno dell`inflazione?
«Io credo che questo sia il tema vero. Gli italiani nell`ultimo anno sono diventati più poveri, è crollato il potere d`acquisto. Vanno ridotte le tasse sul lavoro e la riduzione del cuneo fiscale deve essere forte, strutturale e non temporanea come ha deciso il governo. Da Prodi agli 80 euro di Renzi, il centrosinistra ha sempre lavorato su questo aspetto. Bisogna pagare più tasse sui patrimoni, non sul lavoro. E serve una grande lotta all`evasione, di cui non si parla più, mentre si parla di condoni. Così si picconano le infrastrutture morali del Paese».
Intanto il 1° maggio il governo spazza via il Reddito di cittadinanza, allenta la stretta sui contratti precari. In cambio c`è questo piccolo e temporaneo
taglio al cuneo. Può bastare?

«È tutto collegato. Mettono 3 miliardi sul cuneo fiscale per un taglio a tempo e intanto sforbiciano il reddito di cittadinanza e cancellano 300 milioni sul fondo affitti. Una vergogna, la guerra degli ultimi contro i penultimi, come al solito. Non è un percorso di pacificazione nazionale, ma di divisione».
Landini dice: si rinnovino subito i contratti, per cominciare.
«Ha ragione da vendere. Così come la Cisl ha ragione a promuovere un referendum per la partecipazione dei lavoratori nelle imprese, come fa la Germania».
Veniamo ai partiti. Come vede il nuovo Pd di Elly Schlein?
«Vedo che si è accesa una speranza attorno a una donna giovane e capace. Sono molto favorevole ai giovani, lo ero ai tempi di Renzi, lo sono per Schlein».
Con Renzi non è finita benissimo, nel Pd…
«Beh c`è stata una stagione di riforme di cui non mi vergogno affatto. Elly è molto matura, sa mediare e ascoltare. Tutti dobbiamo darle una mano a costruire un`alternativa vera di governo».
I cattolici dem sembrano in fibrillazione, soprattutto quando la segretaria ha detto: “Sono favorevole alla maternità surrogata”…
«Io sono arci-contrario. Da anziano direi che prima si fanno le direzioni di partito e poi ci si esprime in conferenza stampa. Ma il problema è politico, non personale. Siamo un partito che non è uno dei tanti partiti nuovi che nascono, ma un nuovo partito come metodo. La diversità è un valore, bisogna trovare luoghi in cui il Pd faccia sintesi, altrimenti è un errore da matita blu. E sia chiaro: i cattolici democratici, da tradizione, non sono i guardiani dei temi etici. Io ho fatto il relatore sulla morte medicalmente assistita, ero capogruppo quando alla Camera abbiamo votato la legge Zan. Ma voglio che la segretaria mantenga il confronto tra l`ala movimentista di cui fa parte, la sinistra, i cattolici, i liberali alla Cottarelli che non vorrei perdere. Queste storie diverse ci devono arricchire».
Conte intanto punge: il Pd è un partito di potere. Che rispondete?
«È stato un po` ruvido. Sarebbe utile che i 5 Stelle facessero opposizione al governo, non al Pd. Pensiamo alle battaglie comuni: sulla sanità pubblica che è al fallimento. O sul salario minimo. Su questi temi la pensa in modo simile anche Calenda. Smettiamola di parlare tra noi, parliamo agli italiani».
Il leader M5S ha annunciato a Repubblica che firmerà il referendum anti-armi. Da cattolico e pacifista, la ritiene una mossa saggia?
«No, la ritengo una mossa sbagliatissima. Se sospendi l`aiuto militare all`Ucraina, legittimi la vittoria dei russi. Diverso e folle è dire: dobbiamo umiliare la Russia. La mia posizione è quella che ha espresso in modo magistrale il presidente Mattarella a Cracovia: non potevamo non sostenere la resistenza di Kiev. E lo dico alla vigilia del 25 aprile. La violazione dei confini è un atto di gravità inaudita. Stiamo con l`Europa e con gli alleati occidentali. Detto questo, c`è tanto da costruire: il primo modo di stare al fianco del popolo ucraino è il cessate il fuoco senza condizioni, come dice il Papa, per arrivare a una pace giusta. Serve la diplomazia, che è la vittoria della politica».


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