Graziano Delrio, perché il Pd ha deciso di scendere in piazza?

«Perché deve essere molto chiaro che è una manovra assolutamente insufficiente, e, soprattutto, ingiusta. Si strizza l`occhio agli evasori fiscali con condoni e nello stesso tempo non si riesce a ridurre in maniera sostanziale le tasse sul lavoro, quando con un`inflazione al 12 per cento tutti i lavoratori dipendenti diventeranno più poveri. E una manovra che preoccupa molto perché non va al cuore dei problemi del Paese, della crisi economica e sociale. E un manifesto elettorale per dare un contentino ad alcune categorie ma perde di vista il popolo. E quindi è giusto spiegare pubblicamente agli italiani quali sono le nostre posizioni perché noi siamo pronti ad accettare il confronto con il governo anche nelle piazze, sempre civilmente ovviamente».

Colpisce che la Cgil, che fece uno sciopero generale contro Draghi, sia molto più cauta, mentre voi andate in piazza.

«Vogliamo sottolineare il fatto che il Paese con questa manovra diventerà più ingiusto. Il potere dei salari diminuisce drasticamente perché questo taglio del cuneo fiscale è sostanzialmente la prosecuzione del precedente con una piccola aggiunta, mentre, come diceva Confindustria, e quindi non qualche pericoloso comitato rivoluzionario, ci voleva una scelta molto più determinata. Vuole un altro esempio? Quando tu, invece di proseguire sulla riforma dell`Irpef di Draghi, che era già in campo e che avrebbe ridistribuito i soldi ai redditi più bassi, fai la fiat tax per gli 85 mila euro, aumentando il divario tra autonomi e lavoratori dipendenti, stai rendendo questo Paese più iniquo. Non c`è nessuna riforma strutturale e seria. È una manovra che manca di visione per esempio sulla transizione ecologica e di coraggio, anche se hanno avuto anni per prepararsi. Peraltro è una
manovra che non stimola nemmeno la crescita e il lavoro. Dopodiché è chiaro che il confronto vero è in Parlamento, non è che noi diventiamo di colpo un partito che fa della piazza o del populismo la sua cifra. Non c`è contraddizione rispetto alla nostra posizione che è sempre una posizione riformista e seria».

Ricomincia la guerra delle piazze con Conte?

«Non abbiamo indetto questa manifestazione per marcare una differenza rispetto agli altri. Non siamo ossessionati dalle altre opposizioni come spesso fanno loro; noi stiamo guardando a quello che succede ai cittadini, ai loro problemi.I lavoratori dipendenti diventeranno più poveri, le imprese non avranno nessun tipo di aiuto per continuare a investire, e la cosa gravissima è che con questo tasso di inflazione vengono di fatto tagliati i diritti pubblici, scuola, sanità e trasporti».

Conte vi ha invitato alla sua manifestazione: ci andrete?

«Noi siamo contrari all`abolizione del reddito contro la povertà, perché anche se nessuno lo ricorda, lo abbiamo introdotto noi con il reddito di inclusione. Del resto anche la proposta del sa- lario minimo è nostra: nel tanto vituperato Jobs act c`era la delega del salario minimo. Queste sono battaglie comuni: noi, ripeto, non abbiamo l`ossessione di distinguerci da loro. La battaglia del governo contro il reddito di cittadinanza, che, come sempre detto ha molti difetti, è sbagliatissima. Si deve fare la guerra alla povertà, non ai poveri. Io comunque non ho paura della piazza di Conte, anzi; ripeto non è una gara a chi fa la piazza più bella, è una gara a difendere i ceti più deboli».

Però non ha risposto: non ha detto se voi parteciperete o meno.

«Io non so nemmeno se sia effettivamente convocata. Vedremo se si passerà dagli annunci ai fatti. Noi facciamo la nostra parte e non critichiamo gli altri quando fanno la loro».

Delrio, non c`è proprio niente che salva di questa manovra?

«Positivo è il potenziamento della nostra riforma sull`assegno unico, anche se sono pochi soldi, perché comunque rafforza la riforma più importante fatta contro la povertà minorile come dimostrano i dati Istat».


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