Chi si loda s`imbroda, si dice dalle mie parti. E per ora i centri per i migranti in Albania sono un fallimento totale».
Graziano Delrio, ex ministro Pd e oggi senatore, è il presidente del Comitato parlamentare di controllo e vigilanza in tema di immigrazione. I centri saranno anche un fallimento, ma Meloni oggi fa una riunione per procedere e giura che funzioneranno.
«Il fatto è che se anche funzionassero, risolverebbero sì e no l’1 per cento dei problemi di immigrazione del nostro Paese».
Perché?
«Secondo le statistiche, gli irregolari in Italia sono circa 500 mila. Di questi l’85-90 per cento sono in realtà persone entrate con visti turistici che si sono fermate dopo la scadenza del visto. L`idea che i centri in Albania risolvano il problema non è nemmeno un inizio di soluzione: è solo propaganda».
Matteo Salvini è stato assolto nell`inchiesta Open Arms, potrebbe tornare a proporre un`altra soluzione: i porti chiusi.
«Io non tifavo per la condanna. La sentenza ha deciso che non ha sequestrato persone, ma non che si possano chiudere i porti. I migranti soccorsi devono avere diritti. E l`archiviazione di Carola Rackete in un altro procedimento lo dimostra».
Eppure il ministro ha detto: ha vinto la Lega.
«Il diritto d`asilo deve essere garantito. E chi arriva in Italia chiedendolo, è titolare di diritti finché non viene valutata la sua posizione. Su questo non ci sono decreti sicurezza o opposizione del ministro dell`Interno che tengano: vengono prima le convenzioni internazionali».
Già si parla della possibilità che Salvini torni al ministero dell`Interno.
«Mi pare che al ministero dei Trasporti ci sia molto lavoro da fare, lasci perdere la propaganda».
La preoccupa l`idea di Salvini di nuovo al Viminale?
«No, perché l`Italia ha una Costituzione che ci guida, e tutti i proclami di Salvini e anche Meloni su porti chiusi e blocchi navali si sono dimostrati per quel che sono: chiacchiere. La verità però è che la destra, in tutto il mondo, usa con l`immigrazione la più potente arma della cattiva politica: la paura».
Forse anche perché il centrosinistra non riesce a offrire soluzioni alternative?
«Ho fatto il sindaco, so cosa significa la difficoltà di integrazione in alcuni quartieri. E come la paura del bambino che si sveglia la notte e urla nel buio: non basta dire dall`altra stanza “stai tranquillo, non è successo niente”, bisogna alzarsi e andare ad accendere la luce».
Fuor di metafora?
«Dobbiamo dire con chiarezza che l`immigrazione non la devono decidere i trafficanti, su questo non c`è differenza con la destra. Né che vogliamo tutta l`Africa in Italia, come ci dicono a volte. Ma serve cambiare prospettiva, favorendo l`immigrazione regolare che serve all`interesse nazionale, come dice anche Confindustria. Per questo ho appena presentato una proposta di legge di revisione della Bossi-Fini». Come la volete cambiare?
«L`immigrazione irregolare c`è perché non ci sono canali regolari di accesso. Bisogna consentire ingressi regolari attraverso veri decreti flussi, non come quelli di oggi che di fatto regolarizzano chi è già qui. Bisogna creare un processo per cui le persone si rivolgono ai nostri consolati all`estero, con nome e cognome, e svolgono corsi di formazione a seconda delle esigenze del nostro Paese. Su questo sfido la destra, e sul tema dell`integrazione».
Ci sono quartieri in cui è una sfida quotidiana.
«Sì, ma mi viene da dire: se pensi che l`educazione sia un costo, pensa a quanto ti costa l`ignoranza».
Senatore, l`assoluzione di Salvini ha riacceso anche il dibattito sulla giustizia: subito la separazione delle carriere, propone il ministro.
«E la loro impostazione, su cui noi continuiamo a non essere d`accordo. Penso poi che, soprattutto quando sei un politico, devi fidarti della giustizia e evitare attacchi ai magistrati, perché certe frasi sono una delegittimazione che arriva al cittadino».
Anche Matteo Renzi è stato prosciolto nell`inchiesta Open lamentandosi del trattamento ricevuto.
«Sono felice per lui e la sua famiglia. Resto dell`idea che sia giusto combattere nei processi, sapendo attendere con fiducia e serenità le decisioni, speriamo più rapide, della giustizia».