L’umanità del terzo millennio si percepisce come una barca scossa da onde alte quanto grattacieli. Niente più certezze sulla rotta, oscurati i riferimenti rassicuranti. Non è una condizione nuova, la storia ci parla di tempi attraversati con identico sentimento. Ma questo non allevia lo spaesamento. Viviamo l`epoca delle policrisi. Cambiamenti climatici con eventi estremi sempre più devastanti, pandemie planetarie, guerre in corso dalle dimensioni imprevedibili e movimenti migratori dal sud al nord del mondo incessanti e incontenibili, crisi economiche e shock finanziari. E poi gli stravolgimenti figli del tumultuoso sviluppo tecnologico con l`algoritmo a fare da dominus perfino nelle scelte più private e personali di miliardi di donne e uomini. Oggettivamente i dati sul calo del benessere nei Paesi Ocse e sull`aumento della povertà sono impressionanti. L`inflazione svuota i redditi, il welfare si restringe, tra tagli dall`alto e rinunce dal basso. Alla fine le persone, pur avendo un`occupazione, restano intrappolate nella gabbia della povertà. Senza redditi dignitosi non si soddisfano i bisogni primari, tutto il sistemava in tilt. Sta accadendo anche da noi, nonostante la retorica trionfalistica della destra provi a raccontare un`altra storia. Il sistema politico (non solo la sinistra in verità) per molti anni non ha investito energie e pensiero sui problemi della vita dell`uomo e della donna comune, arrivando persino a teorizzare l`inesistenza delle classi sociali che invece, come si vede, esistono eccome. Proprio su queste classi sociali dimenticate e misconosciute hanno fatto la loro fortuna le nuove destre e i populismi. Si deve quindi ripartire dalla vita vera delle persone, dalla soddisfazione dei bisogni primari che si chiamano casa, salute, istruzione, lavoro, desiderio di famiglia, sicurezza, aria pulita, mobilità. Ma si deve riflettere anche su altro. La visione liberale della libertà e l`economia politica della crescita non hanno in sé le risorse morali per sostenersi. Le persone non sono fatte solo per esistere e consumare o migliorare la loro condizione economica ma sono destinate a sentirsi parte di una comunità: dentro di sé sentono di essere più di individui consumatori. Non possono soffocare il desiderio della felicità pubblica come orizzonte, uccidere la speranza di condividere con i loro simili emozioni, obiettivi e mete che li trascendono. Hanno bisogno di una religione civile. In tutte le analisi della sinistra sulla crisi dei democratici c`è sempre solo l`aspetto economico cioè il tema dell`impoverimento materiale mentre invece viene sottovalutato il tema della povertà relazionale, di attesa angosciata del futuro. Questa mi sembra l`omissione principale. La nuova destra da Meloni a Milei fino a Trump fa sognare più soldi in tasca a chi ha subito l`inflazione, ma il messaggio principale è MAGA (Make America Great Again) un obiettivo, una meta che trascende il tuo personale interesse: una religione civile. Sarà pure un concentrato dei peggiori “ismi” (egoismo, isolazionismo, nazionalismo, protezionismo) ma, agli occhi di una larga parte della popolazione, si presenta come un orizzonte da conquistare insieme ad altri compagni di viaggio. Tornando a casa nostra, una ideologia positiva significa per esempio fare del nostro paese la nazione leader per un nuovo processo di unificazione politica europea. Che è più della indicazione di riforme e regole per liberare il motore dell`Unione. È, innanzitutto, togliere la polvere accumulata dal tempo e dalle consuetudini sulla visione dei padri fondatori per cui abbattere le frontiere sui commerci e gli sposta- menti avevano molto più che senso economico, significavano creare- là dove c`erano stati inimicizia, rivalità e odio – fratellanza, comprensione, solidarietà e così l`Europa sarebbe diventata esperienza concreta e pulsante del mondo nuovo sorto sulle macerie della guerra. Per il centrosinistra proporre l`Italia come leader di un grande progetto per un`Europa federale e politica, che recuperi la sua energia visionaria, è diverso rispetto al fatto di dire siamo europeisti. Siamo europeisti deprime. Un`Europa politica che sia orgogliosa dei suoi principi, della sua tradizione culturale di fronte ai giganti come gli Stati Uniti, la Cina e l`India è un sogno, è un`ideologia. L`Europa prende i tratti di un`utopia concreta che attrae e motiva se diventa la terra di un nuovo paradigma culturale ed etico. Il luogo nel mondo dove le persone e il creato non sono variabili dipendenti del denaro o della convenienza, dove a dettare legge non è il diritto della forza ma la forza del diritto, dove l`”altro” non fa paura perché tutti noi europei siamo un impasto millenario di “altri”, dove la cultura, l`arte, la scienza, l`informazione, il pensiero critico sono considerati preziosi e indispensabili come l`aria che respiriamo.


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