«Io sono pronto da vent`anni a discutere e votare una riforma come lo ius scholae, che attiene l`interesse nazionale».
Per il senatore dem Graziano Delrio, padre non solo putativo di oltre un decennio di iniziative legislative sulla cittadinanza, «a questo punto occorre che sia Forza Italia a prendere l`iniziativa, anche per ridare al parlamento la centralità che gli è propria». A questo punto cosa si aspetta che accada?
«Bisogna capire se si tratta di un`intenzione reale o strumentale. Se è un modo per far vedere che esiste rispetto a Salvini e Meloni oppure una proposta seria. Considerate le posizioni di FI anche nella scorsa legislatura tendo a dare credito alle intenzioni: sono sempre stati disponibili sullo ius scholae. Il problema adesso è essere tutti seri».
Qualcuno obietta che si tratta di propaganda strumentale per dividere la maggioranza…
«Il paese ha bisogno di grandi riforme. E la cittadinanza è sicuramente tra queste. Si tratta di centinaia di migliaia di giovani che condividono i valori costituzionali, cantano l`inno, parlano in dialetto o inglese meglio della lingua materna, prendono 9 ai temi d`italiano, sentono i diritti e i doveri di appartenere alla comunità nazionale. Che non vale solo quando parliamo di sport e guadagnare medaglie. In quei casi nessuno pone problemi a concedere la cittadinanza: vince l`Italia. Invece il tema è molto serio. Forse gli altri non sono italiani? Lo sono di fatto, ma non di diritto. Prima li faremo sentire italiani di diritto e più potranno contribuire allo sviluppo del Paese».
Ancora nel giugno 2022 lo ius scholae non è andato in porto, mentre nella legislatura precedente il governo Gentiloni non pose la fiducia. Dunque come procedere?
«Sono 20 anni, da quando ero sindaco (di Reggio Emilia, ndr) che me ne occupo. Ho condotto la campagna nel 2011 per la legge d`iniziativa popolare approvata alla Camera e poi affondata al Senato. I numeri erano risicati e non fu posta la fiducia perché il partito di Alfano temette di esserne danneggiato. Quella legge prevedeva sia lo ius soli che lo ius scholae. Se facciamo solo lo ius scholae va benissimo lo stesso. È un primo passo per dare una gioia a centinaia di miglia di giovani che saranno classe dirigente del futuro, senza dover aspettare i 18 anni e gli adempimenti burocratici. Rende il Paese più forte, dando più diritti e anche più doveri alla nostra gioventù, aumentando la forza della democrazia».
La questione però è scottante e lacerante per la maggioranza. C`è un modo per stemperarla?
«Politicamente i problemi del centrodestra non sono irrisolubili. Anche dentro Fd I ci sono posizioni aperte e non è detto che debbano essere per forza contrari. Molte destre conservatrici europee sono favorevoli alla concessione della cittadinanza anche in forme più aperte dello ius scholae. E Meloni, che in passato si è espressa favorevolmente, ha già mostrato coraggio sull`assegno unico per i figli». Partendo dall`aula più bellicosa di palazzo Madama?
«Sarebbe auspicabile. Sarei felice di qualunque proposta, ma sarebbe preferibile che lo proponesse Forza Italia. Anche per ridare dignità e centralità al parlamento su un tema d`interesse nazionale che non rientra nel programma di governo ma riguarda la democrazia, sul quale ognuno può essere portatore di istanze differenti senza vincoli di mandato, come recita la Costituzione».


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