“Speravamo che il 2023 iniziasse con una tregua della guerra in Ucraina. Purtroppo non è successo. Ci sono tentativi per un confronto tra le parti ma il dialogo non c’è.

Noi non vogliamo venire meno ai nostri impegni ma non vogliamo abituarci alla guerra.

Non possiamo farlo. La pace è parte fondativa del nostro paese e dell’Europa. Cerchiamo una via alternativa al conflitto. Ripeto, non avremmo voluto essere qui ma ci siamo. Non ci rassegnano alle morti e alla rovina delle città, né alla forza dell’aggressore. Se lo facessimo accetteremmo un ordine basato sulla forza. Ma questo ordine ci porterebbe a nuove guerre. Ecco perché noi dobbiamo ribadire oggi il diritto alla autodifesa di un paese e di un popolo, quello ucraino. Diritto sancito dalle istituzioni internazionali. Il nostro lavoro sarà nel segno della ricerca di un confronto che porti alla pace. Per fare questo c’è bisogno di un impegno dell’Europa, che vuol dire Occidente ma che ha anche un polmone orientale, e dell’Onu. Diritto alla difesa, quindi, ma ricerca di un dialogo per una tregua e per la pace. Il governo italiano si impegni perché ci sia una iniziativa europea per il dialogo tra le parti.

Gli accordi di Helsinki non furono facili. L’accordo per l’Alto Adige nemmeno. Ma si riconobbero le differenze perché sul riconoscimento delle differenze si costruì la pace. E fu cosi per gli accordi di Oslo. Gli accordi sono fatica e dolore, ma senza la forza della politica non ci sarebbe stata la pace. Questo è il senso dell’impegno che ci prendiamo oggi. Si, l’Ucraina si deve difendere per non cedere ad un ordine mondiale dove vince il più forte, ma dobbiamo continuare come Italia e come Europa a lavorare per trovare la strada della pace”. Così il senatore del Pd Graziano Delrio in aula a Palazzo Madama.

 

 

 


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