Più diritti per gli specializzandi, l’istituzione della scuola di specializzazione in medicina generale di comunità e cure primarie, sinergia tra università, ospedali del territorio e sistemi sanitari regionali per la formazione, aumento delle borse di specializzazione in relazione alle esigenze poste dai bisogni di salute e dal preannunciato imminente pensionamento di 40 mila medici. Sono questi gli obiettivi principali del disegno di legge S2372 “Modifiche al decreto legislativo 17 agosto 1999, n.368 e altre disposizioni in materia di formazione medica”, presentato oggi in Senato in una conferenza stampa in Sala Nassirya dalla prima firmataria, la senatrice Paola Boldrini (Pd), vicepresidente della Commissione Sanità, alla quale hanno partecipato Alessio D’Amato, assessore alla Salute della Regione Lazio; Roberto Monaco, segretario generale della Federazione nazionale degli ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri; il consigliere Cun dell’Università di Genova, Professore Mario Amore; la dottoressa Rosanna Ugenti, Direttore Generale della Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio Sanitario Nazionale; il dottor Stefano Manai, già responsabile della formazione medico-sanitaria del Pd Nazionale e il dottor Saverio Proia, già dirigente del Ministero della Salute. “In pandemia – ha spiegato la senatrice Boldrini – Il Ssn ha tenuto, non ci stancheremo mai di ringraziare tutti gli operatori sanitari, ma va ripensata la formazione proprio per superare i limiti che abbiamo rilevato e valorizzare queste figure.  A breve andranno in pensione 40 mila medici. Basta con le borse di studio e gli imbuti formativi, dobbiamo dare un futuro ai giovani: gli specializzandi devono essere considerati medici in formazione con diritti e tutele, come per esempio il trasferimento per un riavvicinamento famigliare per malattia o la maternità e per questo vanno inquadrati in una specifica sezione contrattuale della dirigenza medica.  Serve una formazione della medicina di base più integrata nel sistema sanitario nazionale e più conforme alle esigenze di cure primarie per la salute dei cittadini e per questo si deve creare una scuola di specializzazione  di medicina generale, di comunità  e cure primarie, strutturata al pari delle altre scuole di specializzazione in un sistema integrato tra università e Sistema sanitario regionale e nazionale, per garantire la qualità omogenea della formazione medica, per garantire i Lea e i nuovi bisogni di assistenza delle cittadine e dei cittadini. Questo ddl è il frutto di un lungo lavoro di ascolto di tutte le parti in causa, e oggi ha riscontrato il plauso degli intervenuti. Ci auguriamo che possa iniziare l’iter in Senato al più presto”.


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