‘Chi vuole andare in zone di guerra dovrebbe ottenere l’autorizzazione da parte delle autorità italiane’
«Ci vorrebbe una Vir, una Valutazione
d`impatto di rischio, proprio
come ci sono le Via, le Valutazioni
d`impatto ambientale. Chi
vuole andare in una zona di guerra
dovrebbe ottenere il via libera
dalle autorità italiane. Se non l`ottiene
e va lo stesso, dovrebbe pagarne
le conseguenze con sanzioni
da definire». Parola di Nicola
Latorre, PD, presidente della
Commissione Difesa del Senato.
Quindi vieterebbe per legge di
andare in certe zone?

«Vieterei di andare senza l`ok di
autorità preposte a valutare gli
elementi di sicurezza o insicurezza.
Non c`è bisogno di una legge,
basta imporre un vincolo, un nulla
osta che tenga conto dei requisiti
per potersi muovere in certi scenari».
In concreto?
«I servizi di sicurezza o l`Unità di
crisi del ministero degli Esteri sono
in condizione di esprimere un
consenso preventivo alla presenza
di operatori delle Ong o anche
di giornalisti nelle aree di conflitto.
Chi viola il vincolo deve mettere
nel conto conseguenze problematiche.
Certo, se poi un nostro
concittadino viene rapito, non
possiamo disinteressarcene. Però
occorre introdurre un principio
di responsabilità. Siamo tutti
adulti…».
 Come giornalista, non mi piacerebbe
sottopormi al giudizio di
un comitato…

«Non mi riferisco agli inviati di
guerra, che anzi potrebbero far
parte degli organismi dì valutazione.
Mi riferisco a casi come quello
delle due ragazze mosse dalla voglia
di solidarizzare, ma prive di
esperienza».

Non sarebbe il caso che il governo
dicesse, come fanno gli Stati
Uniti e la Gran Bretagna: d`ora
in poi non pagheremo più riscatti?
 «Il principio di non pagare riscatti
è sacrosanto, ma è sbagliato dichiarare
che non si pagherà alcun
riscatto sapendo di avere ancora
degli ostaggi in mano ai sequestratori.
Se hai dei sequestrati e dici
pubblicamente che non pagherai,
commetti un errore di gestione
tattica. Complichi le azioni che
hanno come obiettivo quello di liberare
l`ostaggio senza pagare il
riscatto».
Ma se noi paghiamo il riscatto e
gli altri Paesi no, la liberazione
dei nostri ostaggi non condanna
a morte quelli di altra nazionalità?
 
«Chi ha detto che abbiamo pagato
un riscatto? Io sto a quanto ha dichiarato
il ministro degli Esteri,
Gentiloni. Mi lasciano molto perplesse
polemiche come quella innescata
da una dichiarazione di
Matteo Salvini fatta quasi prima
della liberazione di Greta e Vanessa.
In nessun grande Paese accade
una cosa del genere. Vedo qui una
strumentalità politica imbarazzante. E trovo incomprensibile attaccare
queste due ragazze come
si sta facendo soprattutto sul
web».

Beh, sono state un bel po` imprudenti
per usare un eufenismo…

«Ho molto apprezzato il fatto che
appena rientrate abbiano chiesto
scusa. Chiunque si muova in quegli
scenari, compresi voi giornalisti, deve
avere cautele particolari, per questo
mi sembrerebbe giusta e opportuna
una valutazione preventiva
dei rappresentanti istituzionali. Al
tempo stesso, trovo ingiusto questo
livore verso due ragazze che hanno
vissuto un dramma di quella portata,
per un`iniziativa che comunque
rispondeva a uno slancio, una passione,
una voglia di servire gli altri
che è un valore da preservare, non
da offendere».
 Il governo però dev`essere a volte
cinico nelle sue scelte…


«Tutti i governi nel gestire queste
situazioni si sono mossi con coerenza,
rispettando regole internazionali
di comportamento ma anche
lasciando un margine di
agibilità e autonomia ai servizi di
intelligente sul terreno. E siamo
orgogliosi del lavoro fatto dai nostri
servizi. Sono stati i primi a individuare
con chiarezza il pericolo
rappresentato dai lupi solitari e
dai foreign fighter. Va coniugata
la difesa dei princìpi con l`insopprimibile
esigenza di salvare vite».


Ne Parlano