«Sono esterrefatto, colpito dalle critiche che, soprattutto da parte di esponenti del Pd come Debora Serracchiani ma anche da altre parti della sinistra, si riversano sull`azione del ministro Minniti riguardo ai Cie, proprio ora che grazie alla sua azione si intravede una strategia complessiva per gestire i flussi migratori, che tenga insieme nuove politiche di integrazione, gestibilità del rapporto tra comunità e migranti, rafforzamento della prevenzione nella lotta al terrorismo e per la sicurezza».
Senatore Nicola Latorre, i Cie sono considerati l`origine di tutti i mali.
«E invece sono, diciamo dovrebbero essere, per legge, non luoghi di parcheggio ma luoghi agili, piccoli, di identificazione dei migranti, imprescindibili per poter far partire l`azione di rimpatrio verso chi non è richiedente asilo».
Solo cinque funzionano.
«Per questo si pensa a uno per Regione, quindi 20 che gestirebbero i600 migranti. In questo modo, distribuendoli, senza creare parchi-lager, senza costruire centri veri e propri, si può gestire il flusso, identificare i nuovi arrivati e procedere più celermente al rimpatrio. Oggi riusciamo a rimpatriare appena il 2 per cento degli immigrati clandestini. Ma senza un luogo per identificarli come facciamo?».
Adesso nei Cie i migranti rimangono mesi.
«Per questo il ministro sta svolgendo un`azione complessiva: accordo con i sindaci, accordi internazionali per cercare di limitare i flussi e favorire i rimpatri. Minniti è stato invitato a Tripoli, cosa molto importante, perché occorre firmare intese non solo con i Paesi da cui provengono molti clandestini ma anche con i Paesi di passaggio. Grazie a questa svolta, alle attività di deradicalizzazione che saranno proposte e a nuove politiche di integrazione potremo gestire meglio i flussi e rafforzare la sicurezza».


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