‘Dalla Corte suprema, sentenza crudele. Avviare l’arbitrato internazionale’


Dopo la scoppola arrivata dall`India con la sentenza che, contrariamente alle aspettative, blocca Girone e richiama Latorre a Delhi, per il presidente della Commissione Difesa del Senato, il pugliese Nicola Latorre, il governo italiano deve riflettere, alla svelta, e reagire con arbitrato internazionale e pressing diplomatico. Quanto all`espatrio del tarantino ancora convalescente dopo un ictus, il governo dovrebbe decidere di farlo restare in Italia, se Girone è d`accordo.

Senatore, la decisione della Corte suprema è una ferita fresca.
 «E sanguina. Il colpo assestato dalla sentenza è grave non solo perché si era riposta, senza illusioni, molta speranza in un atto responsabile della Corte Suprema indiana, ma questa è anche una sentenza crudele. Sarà per tutti un Natale più triste e sono particolarmente vicino ai due fucilieri e alle loro famiglie».
«Ma naturalmente – continua Nicola Latorre (Pd) – non dobbiamo commettere errori; nel senso che, intanto, evidentemente occorre introdurre una svolta nella strategia da seguire e, certamente, adesso si dovrà adire l`arbitrato internazionale, anche se i tempi di questo sono tali per cui non si avranno soluzioni nel breve periodo. Poi, accanto a ciò, bisogna subito verificare se ci sono dei margini per una soluzione politico-diplomatica; appare difficile, ma bisogna verificare. Non dimentichiamo che sono tre anni che non esiste ancora un capo di imputazione, c`è qualcosa di scandaloso nel merito».
 «Poi dobbiamo valutare ogni ulteriore iniziativa. Il richiamo dell`ambasciatore è un segnale chiaro, non di rottura dei rapporti diplomatici ma per manifestare il forte disappunto del governo che ora mi auguro rifletta, in tempi rapidi, e verifichi quali ulteriori iniziative prendere per tornare a sperare». «L`errore più grande che si potrebbe commettere – sottolinea – è quello di una discussione che divida il Paese e le istituzioni. Naturalmente verrà poi un momento in cui, su tutta questa storia, sarà necessario fare una valutazione e magari valutare le responsabilità».

Prima Monti, poi Letta, ora Renzi, questo caso, al di là delle sofferenze personali, si sta rivelando una spina nel fianco per i governi italiani.
 «Questo problema nasce col governo Monti e tutta la gestione è impostata da quel governo. E si è rivelata un`impostazione non efficace, tra l`altro an- che le divisioni nel governo, sino alle dimissioni dell`allora ministro degli Esteri (Giulio Maria Terzi di Sant`Agata; ndr), non hanno certo aiutato a risolvere il problema. Poi è intervenuto un lasso di tempo eccessivo anche perché il governo Renzi è entrato in carica in coincidenza con l`assenza del governo in India. E ciò ha comportato un lasso di tempo in cui non c`è stata interlocuzione internazionale. Quindi, un errore di fondo della strategia iniziale di Monti, poi il vuoto e poi s`è tentato di fare ciò che si poteva».

Qual è la sua posizione circa il rientro in India di Latorre?
 «Io penso che intanto la decisione deve adottarla il governo d`intesa coi due fucilieri. La decisione sul rientro di Latorre deve essere discussa e condivisa anche con Girone. In secondo luogo, se si decida di non farlo rientrare, non credo ci sia bisogno di addurre scuse o motivazioni. Sappiamo che potrebbe non rientrare per motivi di salute ma, a questo punto, per come si è comportata la Corte Suprema indiana, io credo che non dobbiamo dare alcun tipo di spiegazione agli indiani. Lo teniamo e basta, fino a quando si rende necessario tenerlo».

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