Sarà il Parlamento a trovare l’equilibrio tra esigenze di difesa e finanza pubblica
 ‘Il decreto attuativo della legge 244 del 2012 riorganizza lo strumento militare con l’obiettivo di ridurre i costi senza penalizzare l’efficienza. Per la spesa di ‘esercizio’, si è già raschiato il fondo del barile e non è possibile intervenire più in alcun modo, tanto più per il rigore che ci impone la legge di Stabilità. Per quanto riguarda gli investimenti siamo ancora al di sotto delle esigenze minime e non è pensabile tagliare ulteriormente. Si dovrà dunque necessariamente intervenire sul personale, i cui costi incidono per il 70% sul bilancio complessivo’. Lo afferma in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera Nicola Latorre, senatore del Partito Democratico e presidente della Commissione Difesa a Palazzo Madama. ‘Così come è accaduto in tutti gli altri paesi europei, anche in modo più drastico, nei prossimi anni dovremo passare da 170 a 150mila unità. Questo obiettivo – continua Latorre – sarà raggiunto con diversi interventi, tra i quali anche alcuni prepensionamenti. Ma non esisterà alcun scivolo d’oro, tanto più in un momento così delicato. Sarà il Parlamento, al termine delle audizioni, a definire una proposta precisa su come tenere insieme le esigenze del nostro sistema di difesa con quelle di finanza pubblica. Non dimentichiamo che l’Italia ha già ridotto più di ogni altro paese europeo la spesa militare. E per questo, come ha giustamente ricordato ieri il presidente della Repubblica, non si può in alcun modo ‘indulgere a semplicismi e propagandismi che circolano in materia di spesa militare’.

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