“Oggi il Senato approva il disegno di legge sulla libertà sindacale del personale militare. Ne parliamo dopo oltre 40 anni dall’istituzione con la legge del 1978 degli organismi di rappresentanza del personale militare, che è stata la prima tutela del personale delle forze armate. Nel tempo ci sono stati correttivi, ma più ampie modifiche della normativa, che pure hanno iniziato il loro iter in varie legislature, non hanno mai visto la luce. Il ritardo del Parlamento è stato un vulnus che ora va colmato anche in conseguenza della sentenza della Corte costituzionale, che ha stabilito di riconoscere la libertà sindacale alle forze armate pur nella specificità di un settore così strategico. Non ci sono e non c’erano soluzioni preconfezionate. Il Parlamento ha fatto un lavoro serio, al quale hanno contribuito anche le forze politiche che oggi si asterranno. Questa sarà una riforma da maneggiare con cura nella sua fase di attuazione e anche in quella di manutenzione”. Lo ha detto la senatrice del Pd Roberta Pinotti, presidente della Commissione Difesa, che ha parlato in Aula in dichiarazione di voto. “Al Senato rispetto al testo approvato dalla Camera – ha proseguito Pinotti – abbiamo inserito la disciplina di una fase di transizione. Abbiamo lavorato insieme alla Camera e per questo ci auguriamo un rapido via libera definitivo. Questa legge è un’innovazione importante, che necessiterà della sensibilità sia dei vertici della Difesa che delle formazioni sindacali. Un altro segnale importante che abbiamo deciso di dare al nostro personale militare, al quale chiediamo davvero molto, è il fondo per la perequazione previdenziale del comparto della Difesa che prevedrà, con la prossima legge di Bilancio, 20 milioni per il 2022, 40 per il 2023 e 60 per il 2024, fondi non esaustivi ma certamente un segnale importante su una preoccupazione concreta del personale militare”.


Ne Parlano