Parli di Forze Armate in Italia e ti ritrovi alle prese con tecnicismi e ideologie. Poi arriva lei, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, 53 anni, ex capo scout ed ex professoressa d`Italiano, e all`improvviso F35 e missioni internazionali diventano questioni chiare e semplici. «Quando si parla di Difesa farsi capire si può e si deve», spiega lei da quella poltrona mai occupata prima da una donna. «La Difesa cui penso io non è in contraddizione con i miei valori e la mia storia di cattolica di sinistra, impegnata nell`associazionismo, che ha partecipato alla marcia della Pace Perugia-Assisi. E bisogna che tutti, non solo i militari, capiscano quanto è importante».
Lei è la prima donna a guidare il ministero della Difesa: ora il presidente Napolitano, che la stima, dice che ci vorrebbe una signora al Quirinale. Si sentirebbe pronta?
«Sì, non sarebbe male una donna al Colle [ride, ndr], ma non ci si sente mai pronti per cose come questa: se poi succedono, uno prova a gestirle».
La chiamano ‘generalessa’ e le riconoscono grande attitudine al comando: è un`eccezione per una donna?
«Non lo è, incontro tante donne che hanno questa capacità e spesso anche in casa siamo noi che reggiamo tutto. È il modo in cui comandano le donne, spesso, a essere diverso: io credo che un capo riconosciuto, accettato, faccia sempre richieste motivate. E trovo che ai capi uomini capiti più frequentemente di dare ordini non comprensibili».
Cosa ci sarà nel Libro Bianco, cuore della sua riforma delle Forze Armate?
«L`idea è riorganizzarle in funzione delle nuove minacce e delle necessarie razionalizzazioni, fermi restando i valori fondanti, la Costituzione e il nostro sistema d`alleanze. Cruciale è il concetto d`interforze, perché Aeronautica, Marina ed Esercito hanno proprie identità ma vanno evitati doppioni. Poi il ruolo dell`Italia nel mondo, il rapporto con alleati e partner rispetto alle principali crisi internazionali, la progressiva costruzione di una difesa europea. 4 Ho voluto aprire la riflessione sul Libro, che il governo dovrà licenziare entro dicembre, al contributo di tutti i cittadini interessati, non solo esperti civili e militari [librobianco@difesait, ndr]». 
Il  nostro semestre di presidenza gioverà alla difesa europea?
«Per una difesa comune ai 28 Paesi bisogna rimettere mano ai trattati e oggi non ci sono le condizioni perché tutti accettino una simile cessione di sovranità, ma su alcuni temi specifici si possono fare passi concreti: penso a un assetto condiviso su trasporto aereo, piani di sicurezza marittimi o battle group [gruppi di battaglia, ndr] che anticipano quel che potrà essere il futuro esercito europeo».
La maggior parte dei nostri militari è di carriera, così l`esercito è costoso e d`età media elevata: si deve cambiare?
«Sì, perché dobbiamo ridurre le spese del personale, ma non signifi- ca che tornerà il servizio di leva: oggi serve un esercito professionale, sarebbe impensabile mandare soldati di leva in missioni delicate e complesse, anche nel contatto con la popolazione locale, come quella in Afghanistan».
 È alla guida della task force sulle dismissioni e ha detto che bisogna avere il coraggio di vendere ciò che non serve: cosa e a chi?
«Con la leva i nostri soldati erano 300 mila, ora si va verso i 155 mila: ci sono molte strutture che non servono e che possono interessare le comunità locali, università e ospedali, ma anche investitori stranieri. Stiamo mettendo a punto protocolli d`intesa con gli enti locali: a Firenze, ora a Milano e Roma, e siamo pronti in altre sei città». Ha tagliato i generali da 443 a 310, gli alloggi di rappresentanza da 55 a 6, vietato agli ex militari di entrare nei cda di fornitori delle Forze Armate: forse lei piace più alle truppe che alle alte sfere con le stellette…
«Be, non sarebbe male per un ministro di sinistra [ride, ndr], ma credo d`essere stimata sia dalle une che dalle altre».
Ha incontrato le compagne dei Marò: cosa ha detto loro?
 «Ho spiegato la nostra strategia: capire se questo nuovo governo indiano è disposto a ragionare e, se così non fosse, prepararci all`arbitrato internazionale. Abbiamo ingaggiato un avvocato inglese che ci è parso il migliore nel campo. I nostri Marò vivono in ambasciata e ricevono costanti visite delle famiglie, ma mi rendo conto della loro sofferenza: hanno bambini che crescono con i padri lontani da troppo tempo».
 Alla fine che faremo con gli F35?
 «Quest`anno, per l`emergenza degli 80 euro, abbiamo tagliato 400 milioni di euro, di cui 150 relativi alla sospensione del pagamento degli F35: un rallentamento che ci permette d`arrivare a dicembre per decidere cosa fare, una volta completato il Libro Bianco che ci dirà quali scenari e minacce avremo davanti. Parlare di numeri prima è fuorviante».
Ha proposto di mettere in agenda al prossimo vertice Nato sull`Ucraina le crisi del Nord Africa: come mai?
  «Noi siamo un ponte nel Mediterraneo ed esiste il timore che la situazione ucraina distolga l`attenzione da uno scenario (la Siria, Gaza e Israele, l`Iraq) da cui vediamo scaturire nuove crisi. Abbiamo bisogno di una comunità internazionale che su questo abbia la massima attenzione».
Quanto durerà l`operazione Mare Nostrum?
«E un`emergenza, non una missione infinita. Bisogna intervenire in Libia, che ha un nuovo e più moderato Parlamento: mi auguro che presto chiedano alla comunità internazionale una mano e l`Italia è pronta a fare la sua parte».
 Sta aprendo asili nelle caserme…
«Da presidente della Commissione Difesa avevo iniziato il progetto: oggi ci sono 14 asili e un piano per aprirne altri 60. Spesso gli spazi per ricavare un nido ci sono ed è giusto che i figli dei militari, sovente soggetti a trasferimenti, siano accolti in apposite strutture, aperte anche al territorio».
Lei è mamma di due figlie volute fortemente: Elena, arrivata quando lei e suo marito eravate pronti all`adozione, e Marta il giorno in cui è entrata in Parlamento…
«Loro sono sempre venute prima di tutto, mai pensato di rinunciarci per paura di non raggiungere certi obiettivi. Quando aspettavo Marta mi sono chiesta se fosse opportuno candidarmi alla Camera, ma mio marito mi ha convinta: non voleva che un domani, guardando mia figlia, io pensassi di aver rinunciato a una cosa importante. Così lui, medico ospedaliero, le ha gestite da solo per tre giorni a settimana».
Da deputata che si occupava di temi di Difesa ha volato con le Frecce Tricolori: com`è andata?
«Mai avrei creduto potesse essere così bello: l`aereo è piccolo, sei imbragata, la cloche sensibilissima e la calotta trasparente come se fossi tu a volare tra le nuvole, non l`aereo».
Lei è una maratoneta: a cosa pensa mentre corre?
«A tante cose, a New York mi sono goduta la città, per esempio. Ma, soprattutto, trovo le soluzioni ai problemi: le migliori idee mi sono venute mentre correvo».

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