‘Garantire il diritto all’assistenza a tutte le persone disabili in modo eguale deve essere il principio non derogabile di ogni buona amministrazione. La Regione Marche, invece, nel ridefinire le tariffe dei servizi sociosanitari sta rischiando di creare delle forti discriminazioni tra i cittadini che si rivolgono alle strutture della Regione’. Lo afferma la senatrice Nerina Dirindin, capogruppo in commissione Sanità, in un’interrogazione rivolta al ministro della Salute Lorenzin e sottoscritta anche dalle senatrici Pd Silvana Amati, Camilla Fabbri, Manuela Granaiola, Donella Mattesini e Venera Padua.
‘Nella Regione Marche – ricorda Dirindin – le persone disabili gravi che ricevono assistenza presso i Centri diurni sono oltre 1.050. Con le recenti delibere (1195/2013 e 1331/2014) la Regione riconosce solo ai primi 10 utenti del Centro diurno la quota sanitaria del 70% (43,10 euro) come previsto dalla normativa nazionale in materia di Livelli Essenziali di Assistenza (DPCM 29.11.2001) per le prestazioni diagnostiche, terapeutiche e socio-riabilitative erogate in regime semiresidenziale, mentre per i successivi utenti il Servizio Sanitario prevede una quota forfettaria pari a 15,10 euro. Inoltre – sottolinea Dirindin – la Regione Marche non ha dato applicazione alle disposizioni riguardanti l’assistenza tutelare (DPCM 29.12.2001) che prevede che sia a carico del servizio sanitario il 50% del costo della prestazione’. ‘La rimodulazione delle quote a carico del Servizio Sanitario, dell’utente o del Comune – evidenzia Dirindin – appare, quindi, in contrasto con la normativa nazionale sui livelli essenziali di assistenza sociosanitaria e può avere pesanti ripercussioni sulla qualità di vita delle persone coinvolte e dei loro nuclei familiari. Chiediamo al Ministro di verificare su quanto deliberato dalla Regione Marche e di monitorare, su tutto il territorio nazionale, il rispetto delle disposizioni in materia di assistenza socio-sanitaria, oggetto di crescenti restrizioni ancorché fondamentale per la qualità della vita di molte persone con disabilità’, conclude la senatrice Pd.
‘Nella Regione Marche – ricorda Dirindin – le persone disabili gravi che ricevono assistenza presso i Centri diurni sono oltre 1.050. Con le recenti delibere (1195/2013 e 1331/2014) la Regione riconosce solo ai primi 10 utenti del Centro diurno la quota sanitaria del 70% (43,10 euro) come previsto dalla normativa nazionale in materia di Livelli Essenziali di Assistenza (DPCM 29.11.2001) per le prestazioni diagnostiche, terapeutiche e socio-riabilitative erogate in regime semiresidenziale, mentre per i successivi utenti il Servizio Sanitario prevede una quota forfettaria pari a 15,10 euro. Inoltre – sottolinea Dirindin – la Regione Marche non ha dato applicazione alle disposizioni riguardanti l’assistenza tutelare (DPCM 29.12.2001) che prevede che sia a carico del servizio sanitario il 50% del costo della prestazione’. ‘La rimodulazione delle quote a carico del Servizio Sanitario, dell’utente o del Comune – evidenzia Dirindin – appare, quindi, in contrasto con la normativa nazionale sui livelli essenziali di assistenza sociosanitaria e può avere pesanti ripercussioni sulla qualità di vita delle persone coinvolte e dei loro nuclei familiari. Chiediamo al Ministro di verificare su quanto deliberato dalla Regione Marche e di monitorare, su tutto il territorio nazionale, il rispetto delle disposizioni in materia di assistenza socio-sanitaria, oggetto di crescenti restrizioni ancorché fondamentale per la qualità della vita di molte persone con disabilità’, conclude la senatrice Pd.