‘La scuola in passato è sempre stato un settore fin troppo bistrattato e quindi la scelta del Governo di porre questo tema come prioritario è assolutamente condivisibile, soprattutto sul punto che riguarda le assunzioni di tanti precari dopo anni di immobilismo. Complessivamente il provvedimento è molto migliorato ma personalmente restano molte amarezze’. Lo afferma la senatrice del Pd Nerina Dirindin.
‘Considero il ddl sulla buona scuola ancora inadeguato. Innanzitutto perpetua la tendenza a trascurare la qualità della produzione legislativa: continuiamo a produrre tante leggi e fatte abbastanza male. Non è una questione di estetica, ma di contenuti, perché le leggi fatte male producono cattivi effetti. Il provvedimento poi – continua Dirindin – è frutto di un metodo di lavoro che ha mostrato tutte le sue debolezze. Non è questione del numero degli incontri o del numero delle persone ascoltate, è una questione di risultato dell’ascolto. Infine il provvedimento presenta molte debolezze nei contenuti. Mi riferisco in particolare, ma non solo, ai temi seguiti dalla Commissione sanità. Abbiamo affrontato il diritto all’istruzione dei bambini con disabilità, proponendo modifiche migliorative che, nonostante fossero condivise da relatori e Governo, non siamo riusciti, per ragioni incomprensibili, a fare entrare nel maxiemendamento. E’ un modo di lavorare che mi auguro cambi, nell’interesse del Paese. Ciò nonostante, ho deciso di non far venire meno il mio voto di fiducia al Governo, anche perché in Senato non possiamo distinguere il voto di fiducia al Governo dal voto sul provvedimento. Auspico per il futuro più rispetto per i lavori del Senato – conclude Dirindin – e maggiore disponibilità a discutere fattivamente temi così importanti come il diritto degli studenti con disabilità all’educazione e all’istruzione’.
‘Considero il ddl sulla buona scuola ancora inadeguato. Innanzitutto perpetua la tendenza a trascurare la qualità della produzione legislativa: continuiamo a produrre tante leggi e fatte abbastanza male. Non è una questione di estetica, ma di contenuti, perché le leggi fatte male producono cattivi effetti. Il provvedimento poi – continua Dirindin – è frutto di un metodo di lavoro che ha mostrato tutte le sue debolezze. Non è questione del numero degli incontri o del numero delle persone ascoltate, è una questione di risultato dell’ascolto. Infine il provvedimento presenta molte debolezze nei contenuti. Mi riferisco in particolare, ma non solo, ai temi seguiti dalla Commissione sanità. Abbiamo affrontato il diritto all’istruzione dei bambini con disabilità, proponendo modifiche migliorative che, nonostante fossero condivise da relatori e Governo, non siamo riusciti, per ragioni incomprensibili, a fare entrare nel maxiemendamento. E’ un modo di lavorare che mi auguro cambi, nell’interesse del Paese. Ciò nonostante, ho deciso di non far venire meno il mio voto di fiducia al Governo, anche perché in Senato non possiamo distinguere il voto di fiducia al Governo dal voto sul provvedimento. Auspico per il futuro più rispetto per i lavori del Senato – conclude Dirindin – e maggiore disponibilità a discutere fattivamente temi così importanti come il diritto degli studenti con disabilità all’educazione e all’istruzione’.