“Questa guerra, così terribile, è una ancora più pericolosa perché è anche una guerra di civiltà, è contro

l’occidente. Una guerra che colpisce sì la comunità Lgbtq ma anche le

donne, la pari dignità tra essere umani e ogni spiraglio di libertà”.

Lo dice la senatrice del Pdl Monica Cirinnà parlando del dramma dei

cittadini transgender ucraini bloccati nel Paese perchè, anche se

donne, ancora con passaporto maschile e quindi costretti a combattere

secondo la legge marziale in vigore dallo scoppio della guerra.

“Il primo problema è quello he stanno affrontando soprattutto i

giovani ancora in transizione nel reperimento degli ormoni necessari

per le cure. Per questo sono in contatto con la comunità ucraina,

stiamo organizzando un invio di medicinali attraverso un ponte

umanitario”, premette subito all’Adnkronos la responsabile Diritti del

Pd.

“Adesso dall’Ucraina arriva anche questa brutta notizia delle persone

che non vengono fatte passare. E’ un problema non solo ucraino, ma di

tutti i Paesi nei quali la questione dell’identità di genere non è ben

definita -sottolinea la Cirinnà-. Anche in Italia si alzò un

vergognoso polverone sull’identità di genere ai tempi della legge Zan.

Bisogna far capire che questa è una questione che va affrontata”. C’è qualcosa che si può fare per queste

persone bloccate in Ucraina? “Queste persone esistono, hanno una

dignità che va rispettata. Se riusciamo a mandare in porto

l’operazione del ponte umanitario per i medicinali, con Farnesina e

Croce Rossa proveremo ad accendere un faro su questa vicenda. Non

solo, ci dicono che ci sono molte persone Lgbtq che stanno cercando di

andare via dalla Russia, dove il livello dei diritti umani peggiora

sempre di più”.

Cosa suggerisce, nell’ambito di una guerra che come tutte è sanguinosa

e disumana, la vicenda dei transgender ucraini? “Questa guerra ha un

fondamento culturale, ci sono in ballo diritti umani, civili, sociali,

la dignità delle persone, le libertà conquistate dall’Occidente. Non è

solo la guerra del gas e dei rubli -sottolinea la senatrice del Pd-.

Non a caso a parlarne sono Kirill, Dugin e tutti gli ideologi della

grande madre Russia. Per questo è ancora più pericolosa e per questo

le vittime sono sempre i più deboli, la comunità Lgbtq ma anche le

donne, la loro libertà, la libertà di dire il corpo e mio e me lo

gestisco io”.


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