“La crisi pandemica ed economica del 2020 ha determinato la perdita di posti di lavoro, come certifica l’Istat, in prevalenza femminili. Prendendo a riferimento il solo dicembre, su 101mila occupati in meno rispetto al mese precedente, 99mila sono lavoratrici, dipendenti e autonome. Un dato sconcertante, drammatico e tuttavia ampiamente atteso. La dimostrazione che a pagare il prezzo più alto della crisi scatenata dal Covid 19 sono state e sono le donne, fortemente penalizzate già in epoca pre covid, ma anche e soprattutto la prova che serve ora una svolta decisa e decisiva. Il tema della crescita e della qualità dell’occupazione di oggi e di domani deve essere l’aumento dell’occupazione femminile. L’uguaglianza di genere, il superamento del gender gap in tutte le sue forme e manifestazioni, deve essere al centro del Piano nazionale di ripresa e resistenza e quindi del patto di legislatura su cui deve nascere il nuovo governo” lo dichiara in una nota la senatrice Pd Valeria Fedeli. “O si decide attraverso misure concrete che la ripartenza deve essere alla pari tra donne e uomini o non può esserci ripartenza per nessuno. Diversamente l’Italia avrà mancato la più importante opportunità di tornare a crescere e di farlo in modo sostenibile, innovativo e soprattutto equo. Questa possibilità di crescita è direttamente proporzionale all’investimento che, come sistema Paese, decidiamo di fare per liberare tempo e potenzialità delle donne. Lo ha certificato la Banca d’Italia e non solo: più donne occupate significa più Pil per almeno 7 punti percentuali di incremento. Se la sfida è portare dal 48,5% al 62,4% l’incremento di donne al lavoro in 5 anni, se non si vuole lasciare questo obiettivo sulla carta e un intero Paese a terra e impoverito, serve decidere e agire ora. Serve quindi che il patto di legislatura del nascente governo sia chiaro e che investa sul lavoro delle donne, sulle competenze delle donne, sulle infrastrutture sociali, sull’istruzione e la formazione permanente e di qualità. Se non ora, quando?”
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