“Per conoscere e quindi contrastare con efficacia pregiudizi, stereotipi e violenza di genere ricerche come quella realizzata attraverso il progetto STEP, finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità in attuazione della Convenzione di Istanbul, realizzato da Università degli Studi della Tuscia – Viterbo in partenariato con Associazione Differenza Donna e coordinato dalla professoressa Flaminia Saccà
sono assolutamente fondamentali” così la senatrice Pd Valeria Fedeli intervenendo all’evento di presentazione de rapporto finale della ricerca. “Anche in Parlamento, ogni anno, si dovrebbe dar conto di cosa e come è stata attuata la legge 77 del 2013 che recepisce la Convenzione di Istanbul. C’è una responsabilità della politica, della scuola e dell’informazione che va condivisa nel lavoro di destrutturazione dei pregiudizi e degli stereotipi che ingabbiano donne e uomini in ruoli, posizioni, funzioni e che sono all’origine della violenza. Ecco perché da ministra dell’Istruzione, università e ricerca ho promosso con forza il piano per l’educazione al rispetto nelle scuole e le linee guida emanate dal Miur durante la scorsa legislatura per l’università.
E credo sia molto importante, lo dico anche come capogruppo del Pd in Vigilanza, il ruolo dell’intero sistema dei media, non solo della Rai che pure, come servizio pubblico, ha una responsabilità in più sul fronte del contrasto alla violenza e gli stereotipi di genere di cui, peraltro, il contratto di servizio dà ampiamente conto. Ma penso – ha proseguito Fedeli – anche a impegni più generali come il Manifesto di Venezia o il nuovo articolo 5 bis del Testo unico che regola la deontologia di tutti i giornalisti e le giornaliste. Da rappresentante della classe politica, non posso tuttavia non riconoscere che nel destrutturare gli stereotipi la politica non sempre dà il buon esempio. Si usa ancora troppo frequentemente un linguaggio sessista che colpisce le donne non per discuterne nel merito le idee ma per delegittimare il loro stesso diritto a esserci, come donne, e ad esprimere un punto di vista. Questo è un grande limite della classe dirigente e politica di questo paese, un limite
che deve vederci tutti impegnati nello sforzo di superarlo per vincere la violenza in ogni sua manifestazione”.


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