“Da molto tempo, ogni anno, ci troviamo a celebrare questa giornata che come le cronache ci riportano non è più un’emergenza, ma un fenomeno strutturale di un Paese che sembra essersi assuefatto alla violenza contro le donne. E’ proprio l’attualità che ci costringe a fermarci e riflettere su ciò che accade intorno a noi: ogni tre giorni una donna muore uccisa, spesso per mano dell’uomo a cui è legata da una relazione affettiva.
Sui giornali, i titoli non finiscono neppure più in prima pagina, tanta è la rassegnazione e l’abitudine a questa brutalità quotidiana.
E’ del tutto evidente che serve un lavoro collettivo perché non si tratta di fatti privati, ma pubblici. Non si tratta di un fenomeno di cronaca ma di un fatto politico che, in quanto tale, deve entrare nell’agenda di qualsiasi governo perché in questa Paese esiste un tema di agibilità del 50 per cento della sua popolazione.
Tanto abbiamo fatto dal punto di vista legislativo, già a partire dalla scorsa legislatura, tanto fa il lavoro della commissione d’inchiesta sul femminicidio che sul tema della violenza è sempre molto presente e attenta, sollecitando continuamente le autorità.
Ma il punto è che per diventare un tema politico centrale deve esserci un’assunzione di responsabilità collettiva di donne e uomini. Gli uomini devono prendere parola e farsi carico di questo dramma.
Senza la presa di parola, senza gli uomini che insegnano ai propri figli a rispettare la libertà di compagne e amiche fin dai banchi di scuola, questo corto circuito non si interromperà mai. Serve una rivoluzione culturale: gli uomini devono accettare la libertà delle donne e imparare a camminare fianco a noi. Facciamolo insieme. Il tempo è adesso”. Così su Facebook la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.


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