‘Dal sindaco errori, ma ci ha travolto una struttura opaca’
L’ormai ex assessore Stefano Esposito, è stato per 70 giorni al fianco di Ignazio Marino, occupandosi dei Trasporti che sono una delle spine nel fianco della capitale. Senatore, juventino sfegatato, diretto a volte fino alla ruvidezza, è vicino ai Giovani Turchi di Matteo Orfini. Con il sindaco in questi due mesi ha avuto diverse frizioni. Adesso è stato tra quelli che si sono dimessi dalla giunta, mostrando plasticamente al sindaco Marino che quell`esperienza di governo della città era arrivata al capolinea.
Che città ha trovato in questo breve lasso di tempo? Da dentro, che cosa ha visto?
«Ho trovato sicuramente un`amministrazione già impegnata nell`opera di cambiamento delle regole degli appalti grazie al lavoro straordinario di Alfonso Sabella sull`edilizia pubblica. Ci sono stati molti interventi in controtendenza rispetto alla logica ereditata dal passato. Ma ho trovato anche una struttura amministrativa opaca e abituata a vivere di vita propria, che non ci ha aiutato a cambiare le cose».
Logica ereditata da chi? Dalla giunta Alemanno o anche da altre parti?
«Alemanno ha spalancato le porte dell`inferno, come ho detto in più occasioni. Ma alcuni settori amministrativi erano già predisposti a banchettare. E` un processo che il sindaco precedente ha accelerato e brutalizzato nel metodo, ma sul piano della cultura amministrativa non si può imputare tutto a lui. Io stesso, in questo scarso lasso di tempo, ho incontrato difficoltà a trasformare gli indirizzi in atti».
Una palude, insomma. Che arriva da lontano. E che adesso brinderà, ma certo Marino ci ha messo del suo per arrivare a questo epilogo.
«Provo molta amarezza per l`interruzione di questo processo che avevamo avviato e che impone di bonificare e rendere più trasparente la struttura amministrativa. Mi dispiace e mi lascia l`amaro in bocca».
La sorprende anche?
«Marino aveva ben chiaro questo problema. Purtroppo non siamo riusciti a sradicarlo. Ma chiunque vincerà le prossime elezioni sappia che se non mette mano alla situazione rischierà a sua volta di venire travolto in pochi mesi».
Spiace insistere, però  o Marino è vittima di una macchinazione degna di una spy-story scritta da Forsyth oppure ci ha messo del suo…
«Certo peccato che a causa di leggerezze ci troviamo in questo stato. Certo, come dice Sabella tutto per un vino da 55 euro. Ma la gente di sinistra deve essere al di sopra di ogni sospetto e tutelare il rapporto fiduciario con i cittadini».
Quando ha capito che era finita?
«Quando ho visto la smentita dell`ambasciatore vietnamita mi sono subito detto: non la reggiamo più».
E` stato Renzi a staccare la spina?
 «Quella sera (l`altroieri, ndr) ho detto come la pensavo a Matteo Orfini, e lui mi ha risposto che stavano valutando con il premier. Io ho detto che avrei posto autonomamente la questione in giunta. Il resto è noto».
Il sindaco ha fatto molti errori ma è sempre apparso solo. Ha qualcosa da rimproverare a se stesso o ad altri?
«A Orfini l`unico rimprovero che faccio è di non avere imposto mesi fa a Marino un cambio radicale della sua comunicazione e delle persone a lui più vicine».
A chi si riferisce? Faccia i nomi. Chi sono queste persone che avrebbero anche responsabilità nella vicenda degli scontrini? Altrimenti è difficile accettare altre ipotesi.
Nomi non ne faccio, non voglio alimentare polemiche. A qualcuno del pessimo entourage del sindaco che mi ha accusato di essere un killer a pagamento, replico che sono uno che sa come si sta in un partito con la nostra cultura politica».
I Cinquestelle si sentono già il Campidoglio in tasca. Finirà così?
«Loro sono abituati a vincere sulle disgrazie altrui. Ma i voti si contano nell`urna».
Sarà difficile per il Pd trovare un candidato sindaco all`altezza della sfida. Sarà un politico, o in questo momento in cui la politica è screditata, servirà un civil servant, magari un altro magistrato?
«Roma ha bisogno di una personalità politica di altissimo profilo che faccia una battaglia di legalità e trasparenza. Ma non basterà: dovrà applicare, cosa che in questa città di rado è stata fatta, il criterio del buon padre di famiglia nella gestione e nelle spese».
Lei è disposto a continuare la sua esperienza di assessore o comunque al Comune?
«No. Io sono stato chiamato per un`emergenza e adesso torno a fare il senatore a tempo pieno. Sarò disponibile a dare suggerimento, ma tocca alla classe dirigente romana assumersi le sue responsabilità».

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