«Era inevitabile che lo
sfracello della giunta Alemanno
si riverberasse sulla
giunta Marino», dice il senatore
Stefano Esposito, componente
dell`Antimafia e
commissario pd a Ostia. «Io a
Ignazio ho sempre fatto una
sola critica: dalla prima onda
ta di Mafia Capitale alla seconda,
avrebbe dovuto tagliare
più teste nella struttura
amministrativa».

Solo nella struttura amministrativa?

«Il Pd con il commissario
Orfini un po` di lavoro aveva
iniziato a farlo. Detto questo,
elementi di discontinuità ci
sono stati: mentre Alemanno
ci ha messo 5 anni a consolidare
un sistema in cui il sodalizio
mafioso ha cantato e
ballato, in un anno e mezzo
Marino ha fatto quello che
ha potuto».
Ma con tre dipartimenti-chiave
commissariati e
due o tre municipi forse azzerati,
Marino ha ancora
agibilità politica per andare
avanti?

«Secondo me si, anche se
io non so ancora quali sono i
dipartimenti e i municipi ‘incriminati’
dalla relazione Gabrielli.
Se però fosse confermato
che il X municipio verrà
commissariato per mafia
io sarei contento: quando a
marzo sono arrivato a Ostia
ho trovato di tutto, sedicenti
associazioni antimafia, ex poliziotti
collusi e imprenditori
compiacenti. Ho scritto tutto
in un dossier inviato alla presidente
Bindi. La dimostrazione
che il Pd non ha dormito».

E il sindaco invece sì?
«Su Ostia ha continuato
sulla linea di disattenzione
degli ultimi 20 anni».
Posto che ci siano le condizioni
per continuare, cosa
dovrebbe fare Marino?
«Mettere poderosamente
le mani sulla macchina, ma
pure sull`amministrazione
più politica».
Cambiando la giunta?
«Sì. E la relazione Gabrielli
ci aiuterà a capire come. Io
credo ci voglia qualche Alfonso
Sabella ( il pm-assessore alla
Legalità, ndr) in più. Quella
che si apre è una fase difficilissima
perché adesso, forti
del fatto che non siamo assimilabili
ad Alemanno, bisogna
dare delle risposte. L`onestà
non basta più, serve
impugnare il bastone. L`unica
cosa da non fare è far finta
che tutto vada bene».


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