Il senatore del Pd Stefano Esposito, assessore ai Trasporti
uscente, non sapeva nulla dello sprint di Marino sui Fori («Già,
l`ho appreso dalle agenzie di stampa»). Nel merito del provvedimento
è d`accordo, ma sul metodo utilizzato e quindi sulle possibili
ricadute dell`atto nutre enormi dubbi: «Si rischia – dice un
altro pasticcio».
 E perché, Esposito?

«Questo è un tema di cui avevamo già parlato in maniera molto
sommaria tempo fa, secondo me i Fori Imperiali meritano di essere
un percorso pedonale. Ma ci sono dei problemi oggettivi».

Quali?
«Nell`area intorno al Colosseo la
circolazione privata ha già avuto disagi significativi. Prima di
prendere questa iniziativa serviva uno studio di fattibilità, rapido
ed efficiente, legato alla mobilità della zona».

Altrimenti verso cosa si va incontro?

«E` semplice: si rischia un pasticcio, un caos».

Ma le risulta che ci sia questo
studio di fattibilità sulla pedonalizzazione totale?


«No, per quello che posso dire avevo iniziato a ragionarci con
gli uffici del dipartimento e con l`agenzia della mobilità, ma non
se n`era fatto più nulla. Perché poi la vicenda del Comune è precipitata
da un giorno all`altro. La settimana scorsa durante una
riunione con i tassisti avevo cominciato ad affrontare l`argomento
in maniera esplorativa. Tutto qui».
Non c`è il pericolo che questa
misura possa creare disagi alla
circolazione a ridosso del Giubileo?


«Il problema è che si può fare, o meglio è sensato farlo, ma devi
avere chiaro che il disegno deve essere molto più ampio. Perché
mentre fai questa operazione occorre pensare alla sistemazione
complessiva della mobilità intorno all`area archeologica».
Il commissario del Comune davanti alle proteste e al caos, in
vista dell`Anno Santo potrebbe stralciare tutto. E` uno scenario
possibile?
 «Se io fossi in Marino farei una
delibera di indirizzo molto puntuale dove si dice che l`entrata in
vigore della pedonalizzazione scatterà non prima di dicembre,
in modo di lasciare il tempo al commissario di ridisegnare la
mobilità dell`area circostante e fare una cosa sensata».

E` il testamento morale di Marino?

«Sì, e lo capisco. Ma oltre al lascito servono le condizioni per applicarlo
senza traumi per la città, altrimenti sarà peggio».

E` sorpreso di aver appreso la notizia dei Fori dalle agenzie di
stampa?

«No, a me dispiace, e lo dico con
affetto, che Marino abbia maturato nei miei confronti un forte
astio forse perché qualcuno dei suoi collaboratori nutre verso di
me molta rabbia».
Beh, è comprensibile: in fin dei
conti lei è stato tra i primi a dire che era finita.


«Qualcuno gli ha venduto che io sarei stato il sicario, il suo traditore.
Ma ripeto: lo capisco. Voglio dire: non mi offendo, capisco la
sua situazione personale, per settanta giorni ho lavorato come un
pazzo e fin dal primo momento ho sempre detto che non sarei andato
in Campidoglio per giocare. Naturalmente se penso una cosa
la dico, non ho nessuna acrimonia nei suoi confronti. Ci sta».

I renziani dicono: la storia dei Fori è il paradigma di questi
due anni. Si fa un annuncio spot con il pericolo di non governarne
poi gli effetti come si deve. Concorda con questa analisi?


«Può darsi, ecco perché insisto: serve una delibera che istituisca
l`area pedonale senza collassare ulteriormente la zona».

Si rischia un nuovo pasticciaccio
di via Merulana (via Labicana)?

«Marino deve tener conto in questi
giorni che c`è una complessità da gestire. Che non c`è solo l`area
archeologica, ma il resto del mondo tutto intorno».

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