In un angolo di Transatlantico il senatore
Stefano Esposito rivendica l`emendamento
più odiato dalla minoranza dem. La voce
è calma, ma lui è scatenato.
Ventinove senatori non la seguono. Così
l`Italictun rischia di passare grazie ai voti
di FI
«Non saranno 29. Quelli che votano contro
la legge sono 18-20. Con gli altri ci abbiamo
parlato».
La maggioranza, comunque, rischia di
cambiare.
«Auspico che i coraggiosi che non voteranno
l`Italicum ne traggano le conseguenze.
Avranno tutto il mio rispetto».
Meglio la chiarezza, anche se cambia la
maggioranza?
«Meglio la chiarezza. Sa, un conto è modificare
drasticamente i connotati del partito tradizionale,
altro è stravolgere le regole basilari
della convivenza. Nel Pd siamo all`impazzimento.
Ci sono esponenti di questo partito che
dicono cose su Renzi che non si sono mai neanche
immaginati di affermare contro Berlusconi.
Non si capisce allora perché uno deve stare
insieme. Fai un`altra cosa, legittimamente».
Ognuno per la sua strada, insomma.
«Ritieni Renzi il peggio del peggio del peggio
della politica e della società italiana? Cristo
santo, vai! Fai un partito! Il popolo sicuramente
è li plaudente, non aspetta altro. Vai e
ti misuri, avrai il mio grande rispetto. Così sei
un parassita».
Le pesa aver presentato l`emendamento
spacca-Pd?
«Sono buoni gli emendamenti che vanno in
c… a Renzi e non sono buoni quelli che tengono
la linea del partito?».
Ma lei è un ex Ds. Èla ‘sua’ Ditta a essere
contraria.
«La Ditta è la Ditta. Non è Ditta a seconda di
chi la dirige…».
È il punto di non ritorno del Pd?
«Ma io non vedo l`ora. È un’anno e mezzo che
lo auspico. Non se ne può più. Per tutto questo
tempo non si è voluto prendere di petto la situazione
del Senato. Non è che qui tutto può
diventare coscienza. Pensi che oggi ho sentito
la senatrice Lo Moro dire che è un fatto di coscienza:
ma come si fa? E quindi quando discuteremo
di temi etici, cosa saranno? Questioni
di cuore?».
È la linea Renzi. La minoranza è un partito
nel partito?
«Sì, ma l`appunto di Renzi arriva tardi. Era
tutto evidente già con
il voto sul Quirinale
del 2013. Poi ci fu chi,
non votò la fiducia a
Letta. E all`epoca non
c`era ancora Renzi…».
E poi?
«Man mano la tendenza
si è accentuata.
Anche perché quando
non meni mai, non
metti mai un paletto,
alla fine…».
Tutto potrebbe
sfogarsi nel voto
per il Colle?
«Secondo me 505
voti li trovi comunque.
Naturalmente spetta
a Renzi fare la scelta
giusta. Se fa lo sparigliatore,
il giocatore di
poker che fa all-in a
ogni mano, la porta a
casa. Se si mette a ragionare
troppo, si fa
impallinare».
E la minoranza resterà
a guardare?
«C`è un pezzo che non ha accettato la sconfitta
al congresso. E poi, scusi: questi hanno votato
zitti e muti la lista bloccata sull`Italicum,
noi la miglioriamo e loro… Ma ci pensa a Migliavacca?
Cosa non ha fatto contro quelli che,
come me, volevano le preferenze nella scorsa
legislatura! Li conosco tutti e non sopporto l`ipocrisia.
Io non mi faccio prendere per il c… ».