«Spero che Boccia abbia dichiarato inammissibile l`emendamento No-Tap per ragioni tecniche, cioè per l`estraneità della materia rispetto alla legge di bilancio. Perché se la bocciatura ha una valenza politica, ossia per dare una sponda al suo capo corrente Emiliano, ha fatto una scelta sbagliata, oltre che molto grave».
Osservando ciò che sta succedendo a Melendugno, per la costruzione del gasdotto trans adriatico, a Stefano Esposito sembra di vivere un deja-vu. Il senatore del Pd ed ex assessore ai Trasporti di Roma, ha ricevuto infatti diverse lettere di minaccia per essersi schierato a favore della linea ad alta velocità Torino-Lione.
Perché serve individuare il sito pugliese come opera di interesse strategico nazionale, come era stato fatto con la Tav?
«Quando vedo i blitz notturni, le sassaiole e il lancio di bombe carta mi ricordo di quello che è avvenuto negli ultimi 9 anni a Chiomonte. Anche le bandiere sono molto simili e lo schema è lo stesso. L`istituzione del sito di intersse nazionale (che il Governo può fare anche con un decreto) serve a inasprire le pene per chi manifesta violentemente. Qui si inverte la realtà: è necessaria la polizia a protezione degli operai non perché siamo in uno Stato dispostico, rna perché ci sono dei teppisti politici che cercano di colpire chi sta lavorando a un`opera pienamente legittima».
Cosa ne pensa della polemica di Michele Emiliano sulla militarizzazione del cantiere Tap?
«Non mi ha sorpreso, visto che il buon Emiliano venne anni fa in Piemonte a fare campagne elettorale al contrario, contro il Pd, partecipando a iniziative del movimento No-Tav. Si deve ricordare che è un presidente di Regione e rappresenta le istituzioni. Ha fatto la sua battaglia contro il Tap e l`ha persa nelle sedi preposte (Tar e Consiglio di Stato). Il suo compito oggi non è quello di boicottare l`opera, ma garantire che la legalità venga rispettata e che i violenti siano tenuti lontani e colpiti attraverso gli strumenti della legge. Se vuole fare il “barricadero”, si dimetta».


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