SONO i prefetti la chiave di volta per sedare la ribellione di Comuni e Regioni contro nuovi invii di migranti. Rappresentanti del governo centrale sul territorio saranno chiamati a prendere in mano le situazioni più scomode. L`impostazione è chiara: o sindaci e governatori si adeguano o ci penseranno i prefetti. Lo spiega il viceministro all`Interno Filippo Bubbico.
Comuni e Regioni premono da una parte mentre l`Austria alza i muri al confine del Brennero. Siamo in trappola?
«In Austria non è successo nulla. Siamo difronte a dichiarazioni del governo austriaco ora sotto valutazione
dei leader europei. Non è opportuno alimentare tempeste in un bicchier d`acqua. Noi siamo convinti che si tornerà alla normalità una volta che saranno considerati gli egoismi per quello che sono. Ho fiducia. Misure di quel genere mettono a rischio conquiste che hanno garantito sviluppo e benessere ai nostri Paesi. E basta andare a vedere qual è il baricentro della Ue per persone, capitali e merci, per certificare il business di
cui tutti abbiamo goduto».
Spinte economiche costringeranno Vienna alla retromarcia? «Non lo dico solo io, ci sono osservatori internazionali che legano tutto questo al dibattito elettorale interno. E un problema che, riteniamo, si sgonfierà. La posizione italiana, al riguardo, è chiara e l`ha resa bene il presidente Mattarella. Il tema non va enfatizzato».
Girano indiscrezioni sull`allarme del Viminale per arrivi massicci…
«Al Viminale non c`è alcun allarme ma un`allerta costante sul fronte sicurezza per la minaccia terroristica
e per gli arrivi dei migranti che sono in aumento. Ma siamo mobilitati e, nel tempo, abbiamo acquisito una tale reputazione, anche con Mare Nostrum, che ci dà diritto di pretendere che l`intera Europa partecipi alla difesa dei principi di civiltà che ispirano l`intera Unione».
Non è che l`Europa sia sempre stata attenta a questi temi…
«L`Europa impone il salvataggio delle persone in difficoltà, se poi si rivela distratta nel dar seguito a
questo principio, l`Italia è nelle condizioni di poter intervenire direttamente. Quando è accaduto l`Europa si è assunta la paternità di queste azioni».
L`Unione sembra molto divisa.
«Dobbiamo agire perché si ritrovi un nuovo equilibrio. C`è preoccupazione per i flussi migratori in aumento
anche perché alimentati dai trafficanti di uomini. Non solo. La situazione in Libia ci impegna a ricomporre un quadro di stabilità in quella regione anche per restaurare rapporti attraverso le iniziative di cooperazione».
Da noi/ però, resta l`emergenza dei centri di accoglienza pieni…
«E evidente l`aumento dei flussi migratori che sono saliti del 50%. Ma da qui a temere che la situazione
non sia contenibile, ci passa. Il sistema Paese può reggere anche le emergenze e l`Europa non può venir
meno alle proprie responsabilità e deve condividere questi sforzi».
Il vostro interlocutore principale, in questi giorni, sembrano gli enti locali che meditano di ribellarsi a nuovi invii di migranti…
«Il dibattito è molto intenso e segnala anche alcuni conflitti. Gli incontri sono sistematici con Regioni
e Comuni. Ma la rete dei prefetti, rappresentanti del governo sul territorio, alimenta il legame di
condivisione».
Questo significa che laddove la `rivolta dovesse continuate il governo agirà ugualmente?
«I prefetti sono titolari di un`azione di raccordo per la cooperazione e la costruzione del sistema plurale
di accoglienza».
In che senso plurale?
«Pubblico e privato».
Appare chiaro che l`esecutivo tira dritto in la sua strada, enti locali m rivolta o meno…
«La situazione non è semplice, occorrono sforzi e sacrifici, ci sono contraddizioni. Ma i dati e le esperienze del passato ci dimostrano che il Sistema Italia ha grande capacità di gestione. E possiamo e
dobbiamo pretendere la collaborazione dell`Europa».