“Il governo italiano si impegni per fermare i nuovi bombardamenti in Sudan e usi la sua influenza per chiedere il rispetto dei diritti umani nel Paese”.
E’ quanto chiedono attraverso un’interrogazione al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni i senatori Luigi Manconi, Silvana Amati, Roberto Cociancich, Elena Ferrara, Riccardo Mazzoni, Laura Puppato, Lucio Romano e Gian Carlo Sangalli.
L’interrogazione segue l’audizione dello scorso 25 febbraio in Commissione Diritti umani a Palazzo Madama, nell’ambito della presentazione annuale del Rapporto sul Sudan di Italians for Darfur, di un’attivista sudanese e presidente della ong Darfur women action, Niemat Ahmadi, sopravvissuta al genocidio e fuggita dal suo paese dopo aver ricevuto minacce di morte.
“La signora Ahmadi – si legge nel testo del provvedimento depositato ieri in Senato – ha dichiarato con fermezza che il governo sudanese sta attuando la “soluzione finale” in Darfur e ha rivolto un appello ai parlamentari e al governo italiano, nonché all’Europa, che la scorsa settimana ha previsto lo stanziamento di 100 milioni di euro per arginare i nuovi flussi migratori dall’Africa sub – sahariana, affinché ottenga la cessazione dei bombardamenti dal governo del Sudan a fronte degli accordi economici e di cooperazione sottoscritti tra le parti”.
L’appello della Ahmadi è stato raccolto e rilanciato con l’interrogazione, nella quale si chiede di sapere “se e quali iniziative il Governo italiano intenda intraprendere, visti i considerevoli rapporti diplomatici ed economici con il Sudan, per chiedere conto al Governo sudanese della recrudescenza dell’azione militare nell’area del Jebel Marra. Se attraverso i rapporti diplomatici si possa favorire la ripresa dei colloqui di pace e la cessazione dei bombardamenti e delle ostilità e, infine, se e quali azioni possa mettere in campo la nostra cooperazione all’interno del sistema dell’assistenza umanitaria delle Nazioni unite o dell’Unione europea per portare generi di primo conforto e assistenza sanitaria agli sfollati del Darfur coinvolti e colpiti nei recenti attacchi”.

 


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