‘Ancora una volta il dramma di migranti e profughi fornisce l’occasione per allarmare l’opinione pubblica senza dar conto con precisione di come davvero funziona il sistema dell’accoglienza nel nostro Paese’.
E’ quanto dichiarano Luigi Manconi e Riccardo Mazzoni, presidente e vicepresidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato.
‘l presidenti di Lombardia, Veneto e Liguria minacciano di adottare misure che non rientrano tra le loro disponibilità: le Regioni, infatti, non hanno competenza diretta in materia di immigrazione, e non spetta ad esse decidere a chi dare o meno le risorse necessarie per l’accoglienza, in quanto, come è noto, i fondi europei e nazionali, destinati ai profughi, fanno capo al ministero dell’Interno’.
‘Un altro dato va sottolineato, e bene ha fatto il prefetto Mario Morcone a ricordarlo: in questo momento un terzo dei migranti accolti in Italia, minori esclusi, si trova in Sicilia e nel Lazio. Queste due Regioni ospitano rispettivamente il 22% e il 12% del numero complessivo che è pari a 73.883. Tra le grandi Regioni del Nord il Veneto è quella che ospita meno persone: appena il 4%. E ancora, prima di parlare di emergenza profughi, questi numeri andrebbero messi in relazione con l’intero contesto europeo: nel 2014 sono state 626 mila le persone che hanno fatto richiesta d’asilo in Europa, e l’Italia è il terzo paese in termini di domande ricevute (65.000), dopo Germania (202.000) e Svezia (81.000). In Italia c’è un rifugiato ogni mille abitanti; in Svezia 8,4; in Germania 2,5. Questi dati sono il necessario elemento di verità che deve essere fornito invece di definire ‘clandestini’ quegli uomini, donne, anziani e bambini che fuggono dalle guerre e dalle persecuzioni, dalle carestie e dagli eccidi. In questa situazione umanamente dolorosa e organizzativamente complessa, riconosciuta ormai da tutte le istanze internazionali, occorre piuttosto operare con razionalità e buonsenso adottando misure strutturali e politiche coordinate con l’Unione europea’ concludono i senatori.

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