Davvero bizzarra, se noti fosse tragica, la vicenda dell`estradizione di Henrique Pizzolato. L`uomo, di origine brasiliana con cittadinanza italiana, rischia in questi giorni di dover lasciare il carcere di Sant`Anna a Modena – dove sta scontando unà pena .di più di 12 anni inflitta dal tribunale supremo brasiliano nell`ambito di un`inchiesta per corruzione e riciclaggio – per essere trasferito nel carcere di Papuda. Ovvero in una delle galere più violente e degradate del Brasile.
Ed è sufficiente leggere i recenti rapporti di Amnesty Intemational e di Human Rights Watch per avere conferma delle condizioni disumane delle carceri brasiliane, inadeguate strutturalmente, sovraffollate, terribilmente carenti dal punto di vista igienico e sanitario, ma soprattutto luoghi dove dominano ferrei meccanismi di sopraffazione a opera di bande criminali.
Ciò nonostante, e nonostante il caso di Pizzolato sia stato oggetto di diverse interrogazioni parlamentari, il ministero della Giustizia ha concesso l`estradizione la cui esecuzione da parte del ministero dell`Interno è stata sospesa in attesa della decisione del consiglio di Stato sul ricorso, fissata per il prossimo 23 giugno.
Un altro elemento va inserito in questo quadro, quasi a rendere ulteriormente incredibile ciò che potrebbe avvenire. Il trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica federativa del Brasile, ratificato nel 1991, prevede che l`estradizione non venga concessa «se vi è fondato motivo di ritenere che la persona richiesta verrà sottoposta a pene o trattamenti che comunque configurano violazione dei diritti fondamentali». Inoltre, proprio a febbraio scorso il Senato ha approvato in via definitiva un disegno di legge per la ratifica e l`esecuzione del trattato del 2008 tra Italia e Brasile, sul trasferimento delle persone condannate, in cui è contemplata la possibilità di scontare la pena nel. paese di cui si è cittadini.
Va ricordato che già la corte d`appello di Bologna aveva respinto la richiesta di estradizione proprio ritenendo che il sistema carcerario e le garanzie fornite dal governo brasiliano non assicurassero l`incolumità di Pizzolato. La Corte di cassazione ha però successivamente annullato senza rinvio, e quindi senza alcuna possibilità di riesame, quella sentenza ritenendo legittima la richiesta di estradizione del governo brasiliano. A questo punto – era il febbraio 2014 Pizzolato si è costituito e ha dichiarato di essere disposto a scontare la pena in Italia, chiedendo al ministero della Giustizia di concedergli la possibilità di ricelebrare il processo nel nostro paese per poter dimostrare la propria innocenza. L`uomo è stato condannato per corruzione, peculato, auto riciclaggio a una pena elevata, inusuale per i nostri tribunali, nell`ambito della vicenda Mensolao, uno dei maggiori scandali finanziari del Brasile: il processo si è celebrato in un unico grado senza possibilità di appello e davanti al Supremo Tribunale. Motivo per cui l`uomo ha deciso di fuggire dal Brasile per essere nuovamente giudicato in Italia, alla ricerca di un processo giusto che consentisse di riesaminare la sua posizione. In queste ore si succedono numerosi gli appelli affinché venga revocata la misura. Perché affidare Pizzolato a una carcerazione in condizioni che non garantiscono il rispetto dei diritti umani e decidere di interrompere quel percorso di rieducazione che ha già intrapreso nei mesi scorsi con buoni risultati a Modena, quando ci sono gli strumenti perché possa scontare la pena in Italia? A questo punto è necessario un intervento immediato dei ministri competenti affinché si riapra il caso di Henrique Pizzolato e si arrivi a una soluzione che possa salvaguardarne l`incolumità fisica e tutelare i suoi diritti inviolabili. È questo il tema della conferenza stampa che si terrà oggi, martedì 16 giugno, alle ore 10.30 a Roma, nella sala Caduti di Nassirya del Senato.

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