‘In Italia esistono istituti destinati alla privazione della libertà dove i diritti umani vengono negati e mortificati ancor più di quanto avvenga nelle carceri. Mi riferisco ai Cie (Centri di identificazione ed espulsione) all’interno dei quali sono trattenuti gli stranieri da espellere solo ed esclusivamente perchè responsabili di aver violato le regole in materia di ingresso e permanenza sul territorio italiano’.
E’ quanto afferma il senatore del Partito democratico, Luigi Manconi.
‘In questi centri, spesso, le condizioni di vita sono spaventosamente incivili. La mancata tutela dei diritti e delle garanzie si intreccia a gravissime carenze organizzative e amministrative. Un esempio solo. Nel Cie di Ponte Galeria, a meno di 25 km da Roma, l’ente gestore sta per essere cambiato. Lo scorso 15 marzo è scaduto il termine utile per partecipare alla gara per la gestione del centro. In una voce del bando si legge che il prezzo ‘pro-capite, pro-die per la fornitura dei beni e per l’espletamento dei servizi’ è pari a 30 euro più iva. Una spesa, questa, ridotta di un terzo rispetto al bando precedente quando, per gli stessi servizi, la somma prevista per ogni persona era di 44€. L’attuale previsione di spesa è a dir poco oltraggiosa, per le leggi dell’economia e per il semplice buon senso. In quei 30 euro dovrebbero rientrare, infatti, i costi della struttura, del vitto e dell’alloggio e quelli del personale (operatori, poliziotti, medici e psicologi’.
‘L’immediato effetto di un taglio del genere sarà il peggioramento delle condizioni di vita all’interno del centro. Come stupirsi – conclude Manconi – poi, se lo scorso 18 febbraio all’interno del Cie si sono verificate violente proteste?’.


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