“Francia, e ora? Alleanze o solitudine? Le regole della Quinta Repubblica (a cominciare dall’articolo 49.3 della Costituzione e dalla fiducia implicita fino a voto contrario) teoricamente permettono di lavorare anche a un governo di minoranza (sostenuto cioè da una schieramento che come il macroniano Ensemble dispone solo della maggioranza relativa dei deputati).
Le opposizioni di Ensemble, peraltro, sono assai eterogenee e quindi poco sommabili. Ma seguire questa strada (la seguì Mitterrand, in condizioni un po’ diverse, nei primi cinque anni del suo secondo settennato coi Governi Rocard-Cresson-Bérégovoy, dopo aver ottenuto solo la maggioranza relativa nelle elezioni del 1988…) non è detto che sia la cosa migliore. Forse per Macron la cosa migliore è cercare un accordo con settori moderati e europeisti dei gollisti e di socialisti e verdi. Cioè prendere atto che il Paese lo vuole al comando (del resto lo ha nettamente rieletto all’Eliseo il 24 aprile, e ieri è arrivato pur sempre primo con un margine di più di 100 seggi su Mélenchon) ma non lo vuole solo al comando, e soprattuttto lo vuole più attento alle disuguaglianze e al disagio sociale. Le elezioni di ieri mi pare dicano questo”. Lo scrive su Facebook il senatore del Pd Dario Parrini, Presidente della Commissione Affari Costituzionali.

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