A oltre 4 anni di distanza dal colpo di stato che ha interrotto il processo di democratizzazione del Myanmar guidato da Aung San Suu Kyi, la condizione della società birmana continua ad essere segnata da gravissime criticità. Alla guerra civile e alla violenza oppressiva della giunta militare che ha prodotto un enorme numero di vittime civili, si sono aggiunte le catastrofiche conseguenze del terremoto del 28 marzo scorso. Troppo silenzio accompagna questo dramma che riguarda un popolo che resiste e combatte per la propria libertà. La libertà che ha conosciuto durante la fase di liberalizzazione politica e sociale avviatasi alla fine degli anni 2000 e culminata con la vittoria elettorale della NLD e della sua leader Aung San Suu Kyi.
Anni di progresso sociale ed economico che i dati confermano senza incertezze, cancellati dal ritorno dei militari al potere. Quali strumenti la comunità internazionale può mettere in campo per sostenere la resistenza del popolo e la sua legittima aspirazione a un ritorno della democrazia? Quali strumenti per ottenere la liberazione di Aung San Suu Kyi e per tutti i detenuti politici del Myanmar?
Un confronto tra autorevoli esperti e politici si terrà martedì 20 maggio (ore 11-13) presso la Sala Convegni di Palazzo Carpegna del Senato. Vi prenderanno parte Stefania Craxi, Presidente Commissione Esteri e Difesa, Pier Ferdinando Casini, Presidente del Gruppo italiano dell’Unione Interparlamentare, Mr. Michael Crosby, CEO della Suu Foundation, l’ambasciatrice Alessandra Schiavo, Ministro Plenipotenziario, Direttrice Centrale Asia e Oceania della Direzione Generale per la Mondializzazione e Affari Globali del Maeci, Kim Aris, figlio minore di Aung San Suu Kyi, Vincenzo Scotti, Presidente Italia-Birmania Insieme, Piero Fassino, già inviato dell’Unione Europea in Myanmar, Lucia Annunziata Commissioni Esteri e Difesa del Parlamento Europeo, e Albertina Soliani, Presidente dell’Istituto Alcide Cervi, già Presidente dell’Associazione Parlamentare Amici della Birmania.
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