“Aspettiamo di leggere il ddl approvato dal Consiglio dei Ministri, così da valutarne l’efficacia preventiva e repressiva. Quello che appare certo, comunque, è la volontà del Governo di contrastare, in modo strutturale, il caporalato e lo sfruttamento del lavoro nero in agricoltura”. Lo afferma in una nota Camilla Fabbri, presidente della Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro, che aggiunge: “Dopo gli eventi tragici di questa estate, si è diffusa la consapevolezza che, purtroppo, persistono condizioni di lavoro ottocentesche, inaccettabili per un paese democratico, in tutti i settori occupazionali, nei cantieri e nelle campagne. Distorsioni indecenti – prosegue- che coinvolgono donne e uomini non solo stranieri e non solo irregolari, ma anche lavoratori italiani solo apparentemente regolarizzati, spesso grazie a somministrazione di manodopera compiacente, come dimostra la triste vicenda di Paola Clemente su cui, come Commissione, stiamo continuando ad indagare. Il rafforzamento delle norme, che vede un inasprimento e un’estensione delle responsabilità penali anche verso le imprese, è una misura importante, al pari degli indennizzi riconosciuti alle vittime di tratta e caporalato e sfruttamento, elementi che spesso procedono parallelamente. Positiva – continua- anche l’introduzione del piano di accoglienza per i lavoratori stagionali, che vede coinvolte le amministrazioni locali e il terzo settore, ed il potenziamento della Rete del lavoro agricolo di qualità. Resta ferma però –conclude- l‘esigenza improrogabile di capillari controlli amministrativi e sul territorio, senza i quali non si potrà accertare mai alcun reato”.