“Dal vertice odierno presso il ministero dell’Agricoltura è emersa la volontà politico-istituzionale di contrastare il fenomeno del caporalato e del lavoro irregolare in agricoltura evitando la legislazione di emergenza e le misure propagandistiche estemporanee. E’ una scelta saggia, dunque, quella di delegare alla cabina di regia per la ‘Rete del lavoro agricolo di qualità’ la stesura, entro 15 giorni, di un piano organico e strutturale di contrasto a fenomeni inaccettabili che danneggiano l’economia e soprattutto la sfera dei diritti, in particolare in una Repubblica fondata, costituzionalmente, sul lavoro. E’ stata intrapresa la strada giusta, perché soltanto attraverso un’azione strutturale e condivisa fra Governo, sindacati, organismi di controllo e rappresentanze datoriali sarà possibile debellare questa nuova forma di schiavismo che, in particolare, si annida nel settore del lavoro stagionale agricolo e nelle aree dove più forte è la presenza del crimine organizzato. La confisca dei beni per quanti si macchiano del reato di caporalato e il sostegno finanziario a quanti lo denunciano, misure annunciate dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina e dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, possono essere strumenti utili. Le leggi in materia, infatti, esistono e vanno applicate, anche in un’ottica estensiva: penso al decreto legislativo 231 e art.14 del Testo unico per la sicurezza sul lavoro. Così come va garantito un controllo ispettivo coordinato e capillare, per mezzo di un’agenzia nazionale che si articoli in unità territoriali, come abbiamo proposto nella relazione della Commissione sugli infortuni sul lavoro approvata in Senato, prevedendo dal Governo una copertura finanziaria adeguata che supporti questa attività”.
Lo rende noto la senatrice del Pd, Camilla Fabbri, presidente della Commissione di inchiesta sugli infortuni sul lavoro che, nei giorni scorsi, ha annunciato l’apertura a settembre di un fascicolo di indagine sulla morte di Paola Clemente, bracciante di San Giorgio Jonico deceduta mentre lavorava all’acinellatura dell’uva nelle campagne di Andria.

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