“Una legge di civiltà che rende il nostro paese più giusto e per questo più moderno, colpendo un fenomeno odioso che riporta indietro le lancette della storia e del progresso, di fatto caratterizzandosi come una nuova forma di schiavismo. Si tratta di una legge che si accompagna ad altri importanti interventi, come il potenziamento dei controlli e la Rete del lavoro agricolo di qualità. Non stiamo infatti realizzando un’operazione spot ma una politica strutturale di contrasto, come più volte sottolineato dai ministri Martina e Orlando e dallo stesso presidente del Consiglio Renzi. Adesso bisognerà vigilare sulla sua piena attuazione, esercitando un controllo anche sulle forme subdole di caporalato, quelle di uno sfruttamento legalizzato sotto la veste, per esempio, del rapporto di somministrazione. Rivedendo il reato di caporalato e definendo anche una responsabilità per le imprese, prevedendo la confisca dei beni, l’arresto in flagranza e il controllo giudiziario sull’azienda, che consentirà di non interrompere l’attività agricola, si compie un passaggio importante sulla strada dei diritti e si ripristina una forma di giustizia per le vittime”. Lo afferma la senatrice Camilla Fabbri, presidente della Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro.
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