“È stato sconfitto chi ha usato un referendum – tecnicamente superfluo, perché con la Legge di Stabilita’ sono stati accolti i suggerimenti delle Regioni sul tema delle estrazioni – per servire altri interessi, come colpire il Governo oppure costruire un’ascesa politica personale. È stato sconfitto chi ha pensato di usare gli italiani per i propri scopi, estranei alla consultazione, mettendo a rischio 11 mila posti di lavoro ed una cospicua percentuale di investimenti.
Una consultazione che, comunque, registra una partecipazione che va guardata con rispetto, come sempre va fatto per il voto dei cittadini, e come non è stato fatto in queste settimane durante le quali, purtroppo, coloro che annunciavano di non partecipare sono stati pubblicamente linciati con un moralismo piuttosto stantio. Una scelta costituzionalmente legittima, essendoci un quorum, e che indicava una volontà politica chiara anche nel merito del quesito, come quella di non votare, è stata al centro della persecuzione dei tanti strumentalizzatori.
Per chi crede nel referendum, adesso la sfida si sposta ad ottobre quando i cittadini saranno chiamati ad esprimersi su una riforma storica come la riforma costituzionale. Per chi crede alle fonti rinnovabili, ora avrà la conferma del lavoro del Governo su questo fronte che, non dimentichiamo, vede già il nostro Paese leader nel settore, in primis il solare.
Le battaglie devono essere chiare e limpide, devono usare contesti e strumenti omogenei ai loro fini, altrimenti oltre che ingiuste, si traducono anche in sonore sconfitte”. Così la senatrice del Pd Camilla Fabbri, commenta l’esito del referendum sulle trivelle.


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