“E’ fondamentale portare a conoscenza del Parlamento i risultati degli studi condotti sulla centrale nucleare di Krsko, che consentono di comprendere i forti elementi di pericolo a cui anche il nostro Paese sarebbe esposto nel caso si verificasse un evento sismico distruttivo, tutt’altro che improbabile, (come già verificatosi nel 1917), nei pressi della centrale nucleare, distante o vicina soli 125 chilometri dal confine italiano di nord-est”. Lo rende noto la senatrice del Pd Laura Fasiolo commentando le audizioni odierne, realizzate su sua iniziativa in commissione Ambiente del Senato, dei ricercatori Kurt Decker del Dipartimento di geodinamica e sedimentologia dell’Università di Vienna, Livio Sirovich associato all’Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale di Trieste e Peter Suhadolc già professore presso il Dipartimento di matematica e geoscienze dell’Università di Trieste
“In Europa c’è un solo reattore nucleare in zona sismica di livello medio-alto ed è Krško. Il sito venne scelto a metà degli anni ’70, quando della sua sismicità non si sapeva quasi nulla. Solo nel 1982 a impianto già costruito – spiega – il famoso sismologo sloveno Ribarč quantificò in 5.7 gradi, (oggi rivalutata a 6.2 gradi), la magnitudo Richter del terremoto che nel 1917 colpì in particolare i villaggi di Krško e di Brezice, con danni fino all’ottavo grado della scala Mercalli. E’ emerso, infatti, che la centrale è molto vicina a faglie capaci generare terremoti. I dati comunicati oggi dagli esperti delineano la necessità che l’Italia segua da vicino gli accertamenti sulla sicurezza sismica della centrale attuale e i piani di sviluppo del nuovo impianto. In tal senso – conclude Fasiolo – è emersa l’urgenza di stimolare l’Ispra ad un maggior coinvolgimento al fine di assumere la questione Krsko come priorità in sede nazionale e comunitaria”.