‘Ora valorizzare buone pratiche di accoglienza, come in Friuli Venezia Giulia’
‘Nella sua audizione davanti al Comitato parlamentare Schengen, l’ambasciatrice tedesca in Italia Susanne Marianne Wasum-Rainer ha confermato sia il grande impegno di accoglienza dei rifugiati assunto dal suo Paese, sia la forte volontà della Germania di trovare una soluzione europea all’accoglienza dei migranti. Soprattutto, anche in questa audizione è emerso come la Germania riconosca finalmente il grande sforzo operato dall’Italia e dalla Grecia in questi anni, che andrà adeguatamente sostenuto a livello finanziario, e la necessità di condividere a livello europeo la sfida di affrontare i flussi migratori con un diritto comunitario sull’asilo, dopo un lungo tempo in cui il nostro Paese, da solo, aveva invocato, inascoltato, la condivisione in sede europea dell’emergenza immigrazione’. Lo dice la senatrice del Pd Laura Fasiolo, componente del comitato Schengen.
‘A tutti è ora evidente – prosegue Fasiolo – che ciò che credevamo emergenza è invece un fenomeno strutturale di lungo periodo. Programmare su scala continentale europea il sistema del soccorso, della prima accoglienza, della ridistribuzione pro-quota in base all’indicatore Pil dei singoli paesi membri, prevedere il rimpatrio per i migranti economici sono le quattro fasi interconnesse che il governo italiano punta ad ottenere in attuazione complessiva dei piani europei, che si reggono sul fatto che prenda vita il piano europeo di redistribuzione. Finalmente le migliori pratiche di accoglienza presenti nel nostro Paese potranno avere il giusto riconoscimento in sede europea. In Friuli Venezia Giulia, in particolare, le esperienze della rete SPRAR e la legislazione regionale sull’accoglienza, di impronta fortemente umanitaria e soprattutto con una forte organizzazione territoriale, potrà costituire un modello mutuabile a livello europeo. Il comitato bicamerale Schengen oggi va ripensato nelle sue finalità interne e nella sua organizzazione, perché può diventare uno strumento di confronto per armonizzare i diversi modelli di accoglienza nell’Ue’.
‘A tutti è ora evidente – prosegue Fasiolo – che ciò che credevamo emergenza è invece un fenomeno strutturale di lungo periodo. Programmare su scala continentale europea il sistema del soccorso, della prima accoglienza, della ridistribuzione pro-quota in base all’indicatore Pil dei singoli paesi membri, prevedere il rimpatrio per i migranti economici sono le quattro fasi interconnesse che il governo italiano punta ad ottenere in attuazione complessiva dei piani europei, che si reggono sul fatto che prenda vita il piano europeo di redistribuzione. Finalmente le migliori pratiche di accoglienza presenti nel nostro Paese potranno avere il giusto riconoscimento in sede europea. In Friuli Venezia Giulia, in particolare, le esperienze della rete SPRAR e la legislazione regionale sull’accoglienza, di impronta fortemente umanitaria e soprattutto con una forte organizzazione territoriale, potrà costituire un modello mutuabile a livello europeo. Il comitato bicamerale Schengen oggi va ripensato nelle sue finalità interne e nella sua organizzazione, perché può diventare uno strumento di confronto per armonizzare i diversi modelli di accoglienza nell’Ue’.