La mia prima tessera è stata quella del Pd. Non avevo avuto né quella del Pci, né della Dc», dice Emma Fattorini. Senatrice, cattolica, ordinaria
di Storia alla Sapienza.
Dopo 10 anni, per un cattolico, il Pd mantiene ancora il compito storico per cui nacque?
Nella carta fondativa lasciataci da Pietro Scoppola ci sono valori attualissimi. Tenere insieme diritti sociali e diritti individuali, che è poi la lezione che ci viene dal Papa, è questo il grande contributo che può dare il Pd. Di fronte a culture che prediligono solo i primi o solo i secondi, quest`operazione, se non la cacciamo noi, chi la fa? Pensiamo allo ius culturae. Ma penso anche alla giustizia sociale, al lavoro, valori tipici della sinistra, ma che è bene siano diventati anche patrimonio dei cattolici. Senza tenere insieme solidarietà e libertà non ci guadagna nessuno.
Polemiche e assenze, non è un bel decennale.
Se stiamo ai contenuti di fondo del programma, le ripicche, i personalismi non dovrebbero incidere più di tanto. Certo, le assenze mi addolorano, ma l`importante è mandare messaggi credibili. Come sull`immigrazione: la linea Minniti, insieme allo ius culturae. Si tratta di salvaguardare la dignità della persona, in tutti i suoi bisogni, morali e materiali. Come scrisse Scoppola definendo la vera natura del Pd.
E le polemiche?
Sono addolorata dalle assenze, ma dispiace che per parlare di questo non si evidenzino le enormi potenzialità unitive del Pd. Di fronte ai drammi del mondo e ai problemi enormi che viviamo, la mancanza del voto disgiunto non credo sia un`altra catastrofe mondiale.


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