Raggiunta una vera unità, ha perso il compromesso
Silenzi eloquenti, quelli del Sinodo. Silenzi che comunicano molto. Chi ha puntato sugli effetti speciali, dichiarazioni ‘scandalose’, in apertura, e illazioni sulla salute mentale di Bergoglio, in chiusura, non ha lasciato nessuna traccia. Anche chi si arrovellava sul chi vince e chi perde, con finale clamoroso, sarà rimasto deluso. Ha vinto la via tedesca all`accordo, ha vinto la capacità di applicare la dottrina ai casi concreti (aiutati dal discernimento), non la via di mezzo irenica ( compromesso di mediazione). La chiesa di lingua tedesca che si è lacerata tra iperconservatori e iper-progressisti ha trovato nel cardinale di Vienna il ‘liberal’ Cristoph Schoenborn l`uomo capace di smussare le punte più tradizionaliste.
Ma sarebbe assai riduttivo vedere in questa sintesi l`epilogo di un sinodo importante e per molti versi davvero inedito. Abbiamo sempre detto che non le singole decisioni ma il metodo, l`approccio avrebbe dato il senso del Sinodo che del resto è un organo consultivo e non avrebbe mai potuto cambiare le leggi della disciplina ecclesiastica. Silenzi che parlano. 
Non si dice niente sulla comunione ai divorziati, non si dice se possono prendere l`eucarestia né se siano obbligati ad essere casti, ma il fatto che non si parli di comunione è già un risultato verso il fronte conservatore, così come l`avere espunto l`espressione «da fratelli e sorelle» che ritornava frequentemente, sono silenzi che parlano. Mentre si affermano in positivo molte strade di integrazione e di partecipazione dei divorziati.
Allo stesso modo non ci sono esplicite dichiarazioni normative sulle coppie omosessuali, ma anche qui non è un ‘silenzio conservatore’. Tutt`altro. Su questo tema la discussione era stata accesissima e divisa per schieramenti geografici con i vescovi non occidentali, specialmente quelli africani, che si sono rifiutati di seguire gli atteggiamenti più indulgenti dei loro ‘colleghi moderni’. 
Invece si dice moltissimo della famiglia in positivo, nel senso di darle un grande e importantissimo attestato di fiducia nella sua esperienza reale e concreta: da oggetto la famiglia diventa soggetto di pastorale. Invece di essere oggetto passivo di disciplinamento e di dottrina, è essa stessa che deve diventare soggetto di pastorale verso la chiesa. La famiglia non solo può, ma deve insegnare e illuminare la chiesa. Si delinea quí una nuova ecclesiologia che parte dalla realtà delle persone, che prende il posto dell`idea.
Un`ecclesiologia in cui prevale l`atteggiamento del pastore rispetto a quello del giudice moralizzatore. Il Concilio nella pastorale dei laici aveva già posto questa inversione, piuttosto disattesa nei decenni passati, ma ora questa nuova ecclesiologia ha tinte ancora più forti.
Chi vince e chi perde? Vince ‘il discernimento’ e perde ‘il compromesso’.
Vince il discernimento che deve diventare ‘obbligo’ per il pastore e non solo unavaga attitudine.
Discernimento che va ricercato come metodo irrinunciabile verso i casi concreti in modo che prevalga la dimensione soggettiva rispetto a quella oggettiva della norma.
 Pericoloso soggettivismo relativista, come accusavano le anime più tradizionaliste? No perché le persone non sono sole nelle loro scelte ma aiutate, con empatia, nel loro ‘foro interiore’, a interrogare la coscienza in base alla legge e alla norma.
 Insomma si restituisce dignità alla coscienza senza negare la legge. Perde il compromesso perché l`unità che si è raggiunta è vera.
Un`unità costruita non tanto su una mediazione compromissoria tra progressisti e conservatori ma sulla realtà.
Il papa aveva osservato che il Sinodo non è il parlamento. Un alto gesuita aveva bene spiegato la differenza tra compromesso e discernimento. Il primo è una terza via tra due soluzioni diverse che si vengono incontro, il secondo, nella visione classica di Sant`Ignazio, è una scelta tra due alternative, o a o b. Questa è la differenza tra la politica e la pastorale.
Lo dicevamo ad apertura del Sinodo, questo papa non demonizza ne indulge alle logiche del mondo ma si fonda sulla realtà, sull`umano per quello che è: questo, ripete sempre, è il nocciolo del cristianesimo che è incarnazione. L`unità del Sinodo è avvenuta sull`umano.

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